Gente normale in cerca di un destino possibile, di Francesco Neri
Gente normale in cerca di un destino possibile
Prossima destinazione, che per la sua leggerezza ricorda alcuni racconti di Ring Lardner e Damon Runyon apprezzati da molti cineasti negli anni Cinquanta, è anche fuor di metafora ciò che ci aspetta domani, che ci incuriosisce e inevitabilmente ci spaventa.
Prossima destinazione, racconti di Daniele Di Biasio, regista del lungometraggio Pesci combattenti.
Ines Grilli, protagonista del primo racconto, il più lungo, è una giovane laureata che si adatta a fare la spazzina e si improvvisa cartomante. Aldo O. è un attore sfigato che vivacchia facendo il doppiatore. Arriva la grande occasione che sfuma inesorabilmente. Poi c’è un cronista di nera, Andrea, che sembra condannato a passare solo brevi. Fernando invece si guadagna da vivere vendendo gelati in un cinema durante gli intervalli. Carlo è un drammaturgo sconosciuto alla ricerca del successo. Alfredo è un uomo qualunque, con le sue paranoie, un personaggio privo di personalità, che ha abdicato alla propria vita, accontentandosi della felicità riflessa in quella della donna che ama. Sei racconti che hanno per titolo ognuno un segno zodiacale senza essere una cronaca rosa e che sono caratterizzati da un periodare breve, lineare e volutamente privo di aggettivi: un espediente narrativo che permette a Di Biasio di restituire al lettore i profili delle persone comuni che incontri ogni giorno in ogni posto. L’uso molto frequente della macchina da presa in movimento nel film-documentario Pesci combattenti aveva la stessa funzione: restituire allo spettatore il profilo degli insegnanti e degli alunni di una scuola del rione napoletano Barra. «Il periodare breve e asmatico, l’assenza quasi totale di aggettivazioni –ha scritto Ugo Pirro nella prefazione– fanno di ogni racconto una registrazione. Il ritmo serrato, impaziente, nervoso, acquista il tono e il ritmo di un nastro accelerato». Il racconto con la sua ironia e drammaticità, dunque, è negli eventi, in ciò che accade, mai nell’esercizio della scrittura. «Ci sono molti libri e film che mi vengono in mente pensando alla mia attività di scrittore e cineasta –dice Daniele Di Biasio– ma probabilmente l’autore a cui mi sento più vicino come concezione del racconto è Cesare Zavattini il quale sosteneva che per fare un buon film basta seguire un uomo qualunque dalla mattina quando si sveglia alla sera quando va a dormire. La sua era una provocazione –continua Di Biasio– per dire che le storie che vale la pena di raccontare sono quelle che ci circondano, che incontriamo per strada».
Storie semplici di gente semplice che incontri tutti i giorni, in ogni luogo: spazzini, guardie notturne, ferrotranvieri, ladruncoli, disoccupati, tutti con una vita lineare, monotona e persino noiosa. Sono figure senza sofferenze, estremamente normali. Sono i protagonisti di Prossima destinazione, volume di racconti con cui ha esordito qualche mese fa Daniele Di Biasio, dopo aver realizzato il lungometraggio Pesci combattenti. «La scelta del titolo è stata tutt’altra che semplice», dice Daniele Di Biasio. «Cercavo qualcosa che potesse racchiudere il senso della raccolta, che riuscisse in qualche modo a fotografare il momento di attesa che vivono i protagonisti, la loro paura del cambiamento improvviso. In questo senso il titolo scelto mi è sembrato adatto per questi racconti in cui il viaggio e il destino dettano i ritmi e le scelte dei personaggi».