Un cuore nerazzurro per il mitico Angelillo, di Mario Pepe
Del calcio non gli interessa nulla, e non ne fa mistero. E proprio questo, probabilmente, gli ha dato la capacità di scrivere una bella storia d’amore, delicata e sofferta. Dario Salvatori, in un bel libro, L’angelo dalla faccia sporca. Gol e guai di Valentin Angelillo, editore Manni, ripercorre la vita dell’attaccante italo-argentino che diventa protagonista di un’Italia all’alba del boom economico. L’arrivo dall’Argentina nella terra dei suoi avi (originari della Basilicata) nel 1957, la maglia nerazzurra dell’Inter e i 33 gol messi a segno in un solo campionato (record ancora imbattuto). Nel mezzo, l’amore per una ballerina di night club, Attilia Tironi, bresciana, in arte Ilya Lopez. Le cose sembrano filare a meraviglia, Angelillo è l’idolo della tifoseria interista. Ma il destino è in agguato e assume le sembianze di Helenio Herrera, il tecnico chiamato da Angelo Moratti per riportare l’Inter sul tetto d’Italia e ai vertici in campo internazionale. Tra l’allenatore e l'attaccante non corre buon sangue: la motivazione ufficiale è che la vita privata di Angelillo ne condiziona il rendimento, la sua dolce vita non piace ad Herrera che prima lo emargina e poi ne chiede la cessione.
In realtà, il “Mago”, che spesso si concede scappatelle con il gentil sesso, mal sopporta qualcuno che ne oscuri la fama. E Angelillo, idolatrato dai tifosi, è uno di questi. Ma il campione oriundo non rinuncia alla sua amata, costretto anche a difendersi dal moralismo di un Paese bacchettone. Al confronto con i gossip “velinari” di oggi viene quasi da sorridere. Risultato: il bomber va via, destinazione Roma, dove vince la Coppa delle Fiere. Poi arriva il Milan, con un intervallo a Lecco: anni da comprimario dove, però, porta a casa uno scudetto, una Coppa delle Coppe e una Coppa Italia. Nel frattempo, finisce anche l’amore con La Lopez. Chiude nel 1969 a Genova, sponda rossoblu.
Poi il lungo girovagare sulle panchine, con una puntata in Campania ad Avellino. Non dimenticando mai di essere “uno degli angeli dalla faccia sporca”: gli altri due erano Humberto Maschio e Omar Sivori, con i quali aveva vinto la Coppa America.
Ma nel cuore resta l’amore per l’Inter, del quale diviene osservatore: nel palmarès di Angelillo, le scoperte di Beccalossi, Altobelli, Zanetti e Cordoba. Antonio Valentin
oggi è un signore sereno, che vive ad Arezzo. Con il nerazzurro come segno indelebile della propria esistenza.