E' finita la controra

29-12-2009

La Puglia che scrive, di Rossano Astremo

È da qualche settimana nelle librerie È finita la controra. La nuova narrativa pugliese, volume edito da Manni che raccoglie il meglio di quanto pubblicato in Puglia nell’ultimo decennio, curato da Filippo La Porta, uno tra i più attivi e militanti rappresentanti della critica letteraria italiana, collaboratore del “Corriere della Sera” di “il Riformista” e di “il Messaggero”. All’interno del volume sono presenti gli estratti dei romanzi di 19 autori nati tra il 1956 e il 1986, disposti in rigoroso ordine alfabetico: Cosimo Argentina, Vito Bruno, Gianrico Carofiglio, Carlo D’Amicis, Giancarlo De Cataldo, Girolamo De Michele, Mario Desiati, Omar Di Monopoli, Nicola Lagioia, Alessandro Leogrande, Elisabetta Liguori, Annalucia Lomunno, Flavia Piccinni, Andrea Piva, Emiliano Poddi, Pulsatilla, Angelo Roma, Livio Romano, Angela Scarparo. La Porta, nell’introduzione, sottolinea da un lato il grande fermento creativo presente in Puglia negli ultimi anni, quello stesso fermento che ha portato Goffredo Fofi, nelle pagine di “Panorama”, a parlare di una vera e propria Nouvelle Vague pugliese, e dall’altro la difficoltà di riuscire, all’interno dello spettro delle narrazioni interessanti prodotte, una sorta di file rouge che la racchiude. In sintesi, l’ironia con cui Pulsatilla infarcisce le pagine del suo best seller La ballata delle prugne secche ha poco da spartire con il taglio tragico della storia adolescenziale imbastita da Flavia Piccinni in Adesso tienimi. E gli esempi potrebbero continuare.
 
Noi del Nuovo Quotidiano di Puglia da anni ospitiamo tra le nostre pagine interviste e recensioni degli autori presenti nell’antologia perché, in concordanza con quanto scritto da La Porta, crediamo che grande energia creativa sprigiona dalle menti dei nostri giovani autori, come da anni non accadeva. Non è un caso che in Italia autori quali De Castaldi e Carofiglio siano tra quelli che più vendono nelle librerie e Desiati e Lagioia siano molto stimati da critici e giornalisti.
 
Qualche appunto su alcune scelte. Forse il volume di La Porta necessitava di un’introduzione più analitica che motivasse le scelte compiute. Ad esempio, perché questi 19 autori e non altri? Perché Vito Bruno e non Nino G. D’Attis, che con Montezuma Airbag Your Pardon e Mostri per le masse, entrambi editi da Marsilio, ha certo acquisito sul campo il merito di entrare nel novero dei narratori che contano oggi in Puglia.
 
O, ancora, qualche parola in più circa la scelta di pubblicare estratti da un libro piuttosto che da un altro dello stesso autore poteva essere spesa. Ad esempio, perché scegliere di pubblicare per Mario Desiati pagine tratte da Neppure quando è notte e non da Il paese delle spese felici?
Sia ben chiaro, qui non si stanno mettendo in discussione le scelte compiute. Il critico, per definizione, opere delle scelte. Quindi La Porta, quando ha confezionato il presente volume ha avuto ben chiaro in mente quale percorso seguire. La sensazione, però, è di spaesamento. Maggiori dettagli e informazioni avrebbero giovato alla forza complessiva dell’operazione.