Ezio Zanin, Elegia variabile

01-05-2006

In versi, di Michelangelo Coviello

 
Ora il mattino
Si spande sul verde
come un lancio di dadi,
la luce risale
quel ponte privo di arcate
porgendo al mondo
la rosea guancia dell'alba
che si allarga all'ora sesta,
quell'ora pigra del giorno
che si attarda sull'erba tagliata di fresco
e sugli asfalti velando di polvere
i davanzali delle finestre
e d'una opaca pàtina
i nostri ritratti.
 
La natura non ha sentimenti, non ama nessuno. Diviene lo sguardo di chi la descrive. Forse per questo la poesia ha sempre frequentato la natura, non come fonte di ispirazione e di bellezza, ma più semplicemente, come specchio dell’anima, di quel paesaggio interiore che si proietta sul mondo. Il tempo e lo spazio prendono vita e corpo nell’istante in cui la poesia fa del luogo l’invenzione di una bellezza che rispecchia la serenità dello sguardo. La pace interiore si fa luce, profondità, prospettiva. Il mattino è il momento del risveglio, della meraviglia di esserci ancora. Fino a sera, al tramonto che tutto indora e trascolora nel tempo che muta, col suo passare, la nostra immagine, la voglia di sé che invecchia in solitudine.
Ezio Tenryu Zanin (nato nel 1949), monaco zen, ha iniziato a pubblicare alcune poesie su riviste varie verso la metà degli anni Settanta e una prima raccolta presso l’Editore Gabrieli di Roma. In quegli anni sarà anche tra i vincitori del Premio CESI sotto la presidenza di Valentino Bompiani e Carlo Bo. Ventidue poesie vengono incluse nell’antologia di giovani poeti italiani curata da Giorgio Luzzi per l'Editrice Forum V Generazione, nel 1984. Il lavoro successivo viene raccolto nel monologo lirico sotto il titolo di Elegia Variabile, opera di circa duemila versi, terminata nell'anno 2001 e pubblicata da Manni Editori nel settembre 2005.