Un viaggio nell'anima e nel cuore di chi legge, di Paulette Ievoli
[…] “il discorso poetico di Felice Piemontese – sostiene Ermanno Corsi – è originale, si può definire una poesia in prosa o una prosa poetica, non mancando di assonanze interne e lessicali, perché esprime l’anima di un osservatore distaccato, che cerca di partecipare con un tono ironico e garbatamente irridente.
Manca quindi quell’enfasi dello sdegno. Le sue descrizioni, hanno la capacità di portare il lettore sui luoghi, come se guardasse da vicino le scene rappresentate, come quando rappresenta l’inferno di Abu Ghraib”.
“Il migliore dei mondi è un libro a più dimensioni, che si presta a diverse chiavi di lettura: esprime la denuncia civile, ma ha anche una dimensione intimistica”. Ed è su quest’aspetto che si sofferma Natasha Festa, mettendo in evidenza quanto la rappresentazione della vita quotidiana, delle ansie ordinarie sia taciuta, frammentata, oscillante tra il passato, il presente e il mondo della possibilità, di tutto ciò che non è stato e che forse sarà.
Federica Cigala stimola Felice Piemontese a ricordare il suo passato di avanguardista, di seguace di grandi utopie, di ribelle ai canoni della scuola, dei modelli precostituiti, per una vita di verità e non di apparenza. Non a caso l’artista che ha amato di più è stato Rimbaud. Come tutti gli uomini che hanno creduto in un mondo migliore si coglie l’insoddisfazione perenne di non averlo visto realizzare, perciò risponde alla domanda di Federica Cigala, quando gli chiede se si senta più o meno realizzato: “Forse darò il meglio di me in un lontano futuro. Però nonostante la consapevolezza che un altrove non c’è, e questo è sempre doloroso per chi ha attraversato tutte le utopie. Ma il mondo è questo. E se è questo, il poeta ha la necessità di parlare, pur sapendo che le sue parole non servono a niente. Per quanto poco può servire, non fermarsi”. Infatti questo è uno dei motivi per cui ha scelto la poesia come linguaggio espressivo perché la poesia può toccare più profondamente il cuore di chi la legge.