Franca Mancinelli, Mala kruna

20-02-2008

Viaggiando verso se stessi

Viaggiando verso se stessi, verso la realtà e gli altri, due giovani poeti, Franca Mancinelli (Fano, 1981) e Stefano Sanchini,  saranno presentati dal poeta Gianni D’Elia giovedì 21 alle 18:00 alla Biblioteca San Giovanni, con intermezzi e brani musicali composti ed eseguiti dal chitarrista Alessandro Buccioletti. (Pesaro, 1976) si sono ritrovati a lavorare sulle parole e infine a pubblicare il loro primo libro.

Mala kruna, in croato “piccola corona di spine”, attraversa la memoria dell’infanzia e le vicende dell’adolescenza, per arrivare ad un presente incerto, sullo sfondo costante del mare e di treni che partono e ritornano. Interrail raccoglie l’esperienza di un viaggio attraverso l’Europa e poi di un ritorno nei luoghi familiari, dove le parole si presentano come il compagno di viaggio di ogni giorno, l’avventura da ritentare.

Il viaggio narrato in Mala kruna è prima interiore, nel proprio vissuto, per poi aprirsi, nei testi conclusivi, all’incontro con l’altro. «Nel treno del mio sangue / salite», scrive Franca Mancinelli come in un invito a spezzare il cerchio del dolore, la chiusura verso gli altri e il mondo. E di fatti, negli ultimi testi compaiono alcuni ritratti, in cui a parlare è direttamente la persona incontrata. Così nel testo dedicato al fotoreporter Mario Dondero: «ora ogni cosa prima / di sciogliersi o partire / ha preso posto nella mia iride / vagone di seconda in quante città / sovraffollato».

Interrail di Stefano Sanchini raccoglie serate trascorse tra i bar, la spiaggia e le colline del pesarese, con gli amici e i tanti discorsi sulle cose di tutti i giorni, le letture, la politica. Ma la parola nasce anche da un lavorio condotto nella solitudine, è «strumento nato dal brusio del fuoco / e dal silenzio dei pesci». L’oralità ha un grande ruolo nella poesia di Sanchini, così come la volontà di confrontarsi sulle questioni che, dalla “marginalità” della provincia, rimbalzano lontano, fino a comprendere le guerre e le immagini che arrivano dai notiziari.

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Mala kruna quarantasei testi composti dal 2002 alla primavera del 2007, e disposti attorno a quattro sezioni che sono altrettante stazioni della vita: dall’infanzia di Oltre la giostra, all’adolescenza di Il mare nelle tempie, fino al tentativo di maturità di Nel treno del mio sangue e Un rudere la casa. Un “poetico romanzo di formazione”, dove versi affilati e incisivi riportano l’incandescenza del vissuto.

L’immagine di copertina è tratta da un dipinto della giovane pittrice serba Dunja Nedeljkovic: un tronco d’albero che, da una delle nostre colline affacciate sul mare, apre malinconicamente un occhio sul paesaggio, in una favolosa e inquietante metamorfosi.

L’epigrafe del libro riporta alcuni versi del canto di Ulisse (Inferno, XXVI): «né dolcezza di figlio / né la pieta del vecchio padre / ne’l debito amore»: un viaggio che parte dalla mancanza, dall’assenza, dall’abbandono, una volontà di attraversare l’avventura dell’esistenza.

Tutte le poesie cominciano con il carattere minuscolo, come fossero scritte dopo l’ascolto della voce di un altro. Di fatti la tensione ad uscire dall’io e dalla sua prigione è uno dei motori principali della raccolta. Da un incontro per strada, durante un viaggio in Croazia, è nata la poesia che apre e intitola il libro.