Francesco Aulizio, Dal Salento all'Italia

04-10-2006

Aulizio, un libro di racconti, di Pietro Caruso

Asti e Squinzano non sono soltanto due piccole patrie per comporre vini eccellenti, ma le radici familiari del prof. Francesco Aulizio, piemontese di madre, pugliese di padre e oggi un modiglianese innamorato della sua cittadina elettiva. Aulizio, 75 anni, oggi in pensione, è stato medico chirurgo, ma non si è fermato allo spirito di servizio. Specialista in odontoiatria, pediatria, igiene è stato anche libero docente di storia della medicina all’università di Modena e ha anche una laurea in filosofia. Insomma un medico umanista, come c’erano un tempo.. due secoli fa.
Sono ormai 22 anni che Aulizio scrive racconti e saggi. Sempre pregevoli sono i suoi interventi sulla rivista dell’Amsi (Associazione dei medici scrittori italiani) e sul bollettino dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia. La sua ultima fatica in senso letterario è un libro di racconti: Dal Salento all’Italia. la combattiva casa editrice di San Cesario di Lecce ha concesso un bello spazio ad un libro che non è soltanto una sfilza di storie, ma il filo che ha unito un percorso esistenziale che dalla campagna salentina risale la penisola fino a raggiungere, fra gioie e dolori, il paesaggio tosco-romagnolo. Nell’elenco dei racconti si legano, in un vero zibaldone letterario, frammenti della memoria intitolati in dialetto salentino: lu conzalimmure (l’aggiusta ozza, l’equivalente della giara per contenere il vino), la critica d’arte alle mostre dedicate a Silvestro Lega, un commento ragionato sulle idee e le proposte di Alex Zanotelli. Nella prefazione al suo stesso libro il dottor Aulizio ricorda i grandi medici scrittori come Mario Tobino, che diresse una clinica psichiatrica ma fu un romanziere di vaglio e sul piano degli scienziati che si sono dedicati alla scrittura il non dimenticato Primo Levi. Di recente il professor Aulizio ha anche riproposto uno studio sul monumento a don Giovanni Verità, il prete e patriota che partecipò nel 1849 alla trafila per salvare Giuseppe Garibaldi inseguito da francesi e austriaci dopo la caduta della Repubblica romana. Il salentino-piemontese adottato dalla Romagna è molto prolifico. Non lo ha fermato neppure una invalidità. Esile, menomato, ma Francesco Aulizio è una forte mente.