Francesco Niccolini, Racconti civili, d'amore e di guerra

01-11-2005

Una via crucis laica, di Scipione


Rec. di Scipione su Francesco Niccolini, Racconti Civili, d’amore e di guerra
In CoolClub.it n. 20, novembre 2005


Dalla Via crucis laica contro l’attentato agli Uffizi al Porto di Marghera infestato da Montedison ed Enichem di Tutto in una bottiglia, dal ricordo di Pierpaolo Pasolini di Sogni dismessi ad un omaggio a Franco Martone, una vittima della mafia meno nota, in Uomo morto che cammina: in Racconti Civili, d’amore e di guerra Francesco Niccolini ci delinea un brutto pezzo d’Italia, forse quello meno nobile. L’autore è noto al grande pubblico per aver collaborato con Marco Paolini all’adattamento televisivo dello spettacolo Vajont 9 ottobre ’63 che sconvolse gli italiani nell’anniversario della tragedia che costò la vita a migliaia di abitanti dei paesi vicini alla diga. Sempre con l’attore veneto ha scritto Il milione, Appunti foresti, Parlamento chimico (tutti per la trasmissione Report) e il libro Teatro Civico. Completano l’opera L’ombra della Torre e Il segreto del barbiere. Come si legge nella quarta di copertina: “Storie di uomini e di città. Uomini che quelle storie hanno vissuto, provocato o subito. Città che di quelle storie sono state trama e sfondo, spesso silenzioso, sofferente, per poi diventare fantasmi di se stesse, dismesse, stravolte: Bagnoli, Porto Marghera, Babilonia, Firenze, Foggia”. Un libro che ti fa incazzare e ti fa maledire di vivere in Italia.