Franco Corlianò, Vocabolario Italiano-Griko / Griko-Italian

22-10-2010

Il vocabolario di Corlianò per ritrovare il griko

 
Viene presentato questa sera a Calimera alle 19 presso il Nuovo Cinema Elio il Vocabolario Italiano-Griko / Griko-Italiano di Franco Corlianò edito da Piero Manni. L’iniziativa, promossa dall’Unione di Comuni della Grecìa salentina e realizzata con la collaborazione del Comune di Calimera, rientra nel fitto calendario di iniziative culturali che l’Unione dei Comuni griki sta realizzando nel quadro di una strategia di lungo periodo finalizzata alla conservazione, alla valorizzazione ed al recupero dell’antico idioma dei griki del Salento.
Nella serata di presentazione sono previsti gli interventi dell’autore, dell’editore e di Luigino Sergio, presidente dell’Unione, Leo Palumbo, assessore alla Cultura del Comune di Calimera, Giovanni Palma, vice presidente dell’Unione, Evangelos Alexandris, presidente della Lega Italo-Ellenica, Paolo Protopapa e Daniele Palma.
Corlianò è un appassionato cultore della lingua grika. Da sempre scrive poesie in griko ed è conosciuto in Grecia come autore dei testi di alcune delle più belle canzoni di Maria Farantouri, interprete preferita di Theodorakis, come la struggente Klama, conosciuta anche come Andramu pai sul dramma dell’emigrazione.
«Il dizionario – spiega l’editore – è ben di più di un elenco di parole, della loro traduzione, dei modi di usarle: è in realtà una biografia di Franco Corlianò, è la storia della sua “corrispondenza d’amorosi sensi” con un territorio e con un popolo. Non c’è rimpianto per una cultura e una società scomparse, c’è la convinzione radicata che la memoria di quella cultura e di quella società vada serbata per illuminare e comprendere il presente, per progettare il futuro. Corlianò destina il suo dizionario non tanto agli specialisti (che comunque possono attingere una ricca messe di vocaboli, di forme grammaticali, di espressioni, di modi di dire che vanno scomparendo: una fonte diretta e verificata), quanto piuttosto ai giovani ed alla scuola ed alle persone del territorio per le quali il griko, pur non parlato, costituisce l’eco ed insieme il richiamo della identità, della memoria recente dei padri».