Gay Everyday

07-11-2006
Omosessuali "Everyday": ironie, avventure e trasgressioni di tutti i giorni

Gli editori Manni portano in libreria il 14 novembre Gay Everyday, 16 racconti ironici e dissacranti che gettano luce lì dove ancora c'è chi vuole l'offesa dell'ombra.  Anticipiamo qui alciuni passi dello scritto di Naldini.

La sua ultima erba, di Nico Naldini

Non so decidermi se debbo considerare la mia vita in amore fortunata o sfortunata. Forse sta in una via di mezzo; ma è proprio quella che detesto. Preferisco oscillare, come si oscilla casualmente e tuttavia con un certo ritmo, da un fatto all’altro; diciamo da un positivo cui si contrappongono altri dieci negativi.
Non ho mai aspirato, se non in alcuni momenti di infatuazione, al rapporto esclusivo con l’“altro”. Legato all’“altro”, ho passato mesi tormentosi di attese, di sogni deliranti, di tristissimi inseguimenti. Per poi ritrovarmi, se la conclusione era stata felice, tra le braccia di una persona noiosa, capricciosa, priva di stimoli.
Tutto cominciava con un’immagine e questa immagine era fatale: Era seduto in un caffè all’aperto, deserto sotto la pioggerella, la malinconia dei suoi occhi, una combinazione di lamine d’oro e di pietre verdi era la sua stessa incertezza nei confronti della vita.
Questa immagine, anche se suggestionata dalle letture del momento, era reale e avrebbe alimentato la mia passione per mesi e mesi [...] 
La vita si riprendeva sempre i suoi doni e i ragazzi che erano sembrati dei bersagli mobili da colpire, venivano di nuovo incorniciati nel mistero della loro esistenza.
A quale età è cominciata la mia vita sessuale? Lasciando al dottor Georg Groddech il compito di indagare nei sostrati del mio Es, a me risulta che la prima emozione erotica l’ho avuta a quattro anni. Nel giardino delle suore, Livio, mio coetaneo, indossava un paio di calzoncini di velluto nero. Mi inebriavo sia dei calzoncini che dell’odore che sprigionavano. Mi vien voglia di riflettere: se nei miei casi la sfiga è stata spesso dalla mia parte, sono certo di aver portato fortuna ai miei partner. Livio è diventato caposquadriglia di caccia supersonici.
Un altro coetaneo, Elio di otto anni, col quale ho avuto una lunga relazione basata esclusivamente, cinicamente sullo scambio sessuale e tutte le sue possibili varianti, ora è uno dei più alti esponenti del mondo cattolico.
Peter e io avevamo diciannove anni; studente a Oxford in vacanza a Venezia. Il coup de foudre era scoppiato sotto le Procuratie vecchie e qualche sera dopo, citando Ruskin, ho portato lui e un suo amico in una romantica gita in gondola in un’isola disabitata. Fu un attimo di accorgermi che entrambi erano più attratti dai giovani gondolieri che da me. L’amico di Peter si allontanò con uno dei due nel folto dei cespugli, ma Peter restò con me in gondola; a prezzo di grandi imbarazzi. [...]
Non riesco a racchiudere in un’immagine sintetica la schiera dei miei amori. Una danza di insetti fosforescenti sorta dal caso e tuttavia obbediente a un disegno inderogabile. Il disegno avrebbe questa definizione: omosessualità indotta per via ereditaria. Fenomeno che, anche nel caso di una sicura evidenza, io non riesco a mandare giù.
Com’era più avvincente appartenere alle sequenze del grande romanzo edipico scritto da Freud. Con tremori e ripulse la vita cominciava a significare qualcosa fin dai primi anni d’infanzia. [...]
Pasolini, molti anni prima che venissero divulgate le ipotesi genetiche, un giorno mi invitò a seguirlo nella perlustrazione di una città piemontese in cui era nata nostra nonna, alla ricerca delle origini della nostra “joy”. Così, con antica parola provenzale, rivendicava le energie dell’omosessualità.
L’ho seguito per pura curiosità nell’improbabile ritrovamento di una particolare specie di demone famigliare. [...]
Quest'articolo è pubblicato anche sul sito www.gaynews.it