Diversi ogni giorno per amore, solo per amore, di Cinzia Dilauro
La scoperta di essere diversi, il fortissimo desiderio di esserlo, la rabbia di non poterlo gridare o, semplicemente, di vivere essendo ciò che si è. Omosessuali e lesbiche, penne famose e sconosciute sigle, rivelano in Gay Everyday. Racconti dalla quotidianità omosessuale spaccati di vita, di amori, di perdite e disillusioni vissuti ora alla sfrontata luce del sole ora nell’ombra di ritrovi consueti e nascosti. Ad aprire la serie dei “16 racconti gai, ma non troppo…”, Flash Gordon ovvero la scoperta di essere diverso di Giò Stajano, poi diventata, Maria Gioacchina Stajano, classe 1932, nata a Sannicola, a pochi chilometri da Gallipoli, nipote del gerarca fascista Achille Starace.
Stajano ha vissuto e addirittura alimentato la “Dolce vita” degli anni ’50 di Roma, tra scorrerie notturne e festini privati finiti anche in pretura, dove, convocata per un interrogatorio, si presentò vestita a lutto mentre sferruzzava un gomitolo di lana nera. Fu un vero e proprio eroe del movimento gay che doveva ancora nascere, ma in questo racconto Gioacchina ha otto anni, si interroga sul mistero della nascita dei bambini e deve la sua prima pulsione erotica “alla figura maschia e atletica” di Flash Gordon in una siesta della controra in una torrida estate salentina durante la villeggiatura alla spiaggia delle Conchiglie.
La diversità comincia a delinearsi sempre più, la guerra è finita da poco e nel Salento gli echi del conflitto si risolvono nell’arrivo di “cinque ex signorine del ‘Nord’ rimaste disoccupate dopo la partenza delle truppe alleate d’occupazione” con le quali i ragazzi del posto si concedono “peccaminose serate danzanti, bollate di lascivia e depravazione durante una predica dell’arciprete in chiesa”; nella circostanza Gioacchino godrà dello spirito di cameratismo dei suoi amici per niente interessato alla rara disponibilità femminile e sarà così anche più tardi quando al seguito dei giovanotti della Lecce-bene frequentatori di ‘ospitalissime’ case riesce a diventare amico e confidente della maitresse ‘zia Mariuccia’ ”.
Il racconto di Stajano è il primo di questi anelli di vita che si susseguono nel volume, quasi come un baluardo di pionieristiche rivendicazioni; la sua storia si colloca in tempi molto più ostili per i “diversi” che, oggi, seppur non ancora al riparo dalle “gomitatine” ammiccanti e di scherno della gente, possono comunque raccontare di relazioni che durano da quarant’anni, impulsive convivenze e scarnificanti separazioni. Storie che, una dopo l’altra, fanno comprendere che l’amore è amore e basta, dolori e gioie sono le stesse per tutti anche se… “È vero che ogni sabato ti porti a letto uno diverso? / È vero che non potremo tenerci la mano per strada? / È vero che non puoi fare la comunione in chiesa? / È vero che non potremo adottare un bambino? / È vero che non potrai presentarmi ai tuoi genitori? / È proprio vero che siamo diversi…”.
I 16 racconti sono intervallati dai disegni di Giuseppe Fadda dal tratto essenzialmente spietato e con la capacità di rendere perfettamente la “compressione” dei sentimenti alla quale sono sottoposte le relazioni “fuori dalla norma”, una compressione che, spesso, genera durezza e amaro sarcasmo, dovuti alla “sconvenienza” di prendere la mano del proprio amore in mezzo alla gente.