La capacità dialogante di Fabbri, di Davide Argnani
Gianfranco Fabbri porta la sua poesia alla biblioteca di Forlì, questa sera alle 21, per la rassegna Estate in biblioteca. Dopo il successo delle sue numerose raccolte poetiche ora è pronto il più significativo: Stato di vigilanza. Il libro di Gianfranco Fabbri si distingue per la sua capacità “dialogante” che ha nel confronto con se stesso e con la realtà che gli sta attorno. Qui il poeta, proprio come in un radiodramma, ha il coraggio di “chiamare le cose col nome delle cose”, cioè Fabbri assume in coscienza “la presa di posizione” nei confronti della realtà per indagare e scoprire, e riportare alla luce, quella parte del mondo interiore che spesso resta in ombra, a volte per vigliaccheria, a volte per incapacità di sapersi o di volersi identificare. E’ una poesia figurativa che, come un vero artista dell’immagine, con lo scatto di un’istantanea, riesce a disegnare il bene e il male, il bello e il brutto dell’anima delle cose che convivono nell’intimità di ognuno. E così il poeta scopre il senso della solitudine e del dolore, ma anche quello della gioia, grazie a una sensibilità raffinata del sapere ascoltare se stesso e gli altri. C’è la delicatezza di una gioia dolente, alla maniera di un grande poeta come Sandro Penna, ma esiste anche la razionalità e il giudizio secco e metaforico di chi vuole a tutti i costi svelare i segreti delle cose per ripartire da capo verso nuove certezze e, “sempre che tu voglia vivere nelle cose”, dice il poeta, per non rimanere chiuso “nelle immediate vicinanze del silenzio” e per non sentirsi “sconosciuto a se stesso”. E’ una poesia che colpisce nel profondo dei sentimenti e della sensibilità di chi l’ascolta. Infine c’è da aggiungere che, nonostante il linguaggio di tutta la poesia di Fabbri sia ben distinto e originale secondo i migliori modelli della poesia italiana contemporanea, questa sua ultima opera si caratterizza ancora meglio grazie a una forma espressiva rinnovata e perfettamente coerente con le tematiche trattate e alternativo all’evoluzione di un lessico oggi sempre più tentato dal linguaggio globalizzato e meticcio. Per questo lo Stato di vigilanza di Gianfranco Fabbri, oltre che a offrire una nuova tematica poetica, dimostra di possedere un rinnovato rispetto per la purezza della lingua.