Gianni De Santis, La Genesi

01-01-2008

Uomini in croce, di Titti Dollorenzo

Una delle tante interpretazioni che l’uomo ha dato alla divinità è quella di considerare Dio e Uomo la stessa cosa, come due realtà non diverse. Se Dio, quindi, ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, ha ragione Gianni De Santis a pensare ad un Dio salentino, che andava in giro per l’Eden a trovare qualcosa che gli togliesse l’arsura dopu ca se mangiau la frisa con le sarde, ricotta schiante, peperussi e pampasciuni… e così inventava il vino.
È questa l’atmosfera che aleggia ne La Genesi di Gianni De Santis, una rilettura originale del testo più venduto al mondo. L’autore, presidente del gruppo Avleddha, che da anni dedica la sua ricerca musicale al patrimonio culturale della Grecìa salentina, si cimenta ad interpretare, con i modi della saggezza popolare, la creazione del mondo di un dio popolare, ironico, che avrebbe pensato, anche in maniera moderna, come risolvere i problemi dell’umanità. Nella Genesi di De Santis c’è tutto: dalla creazione dell’uomo, bianco e nero, differenze di pelle solo per una questione di “cottura”, un “problema di forno”; alla creazione della donna, nata da un osso (e quindi l’uomo dovette accontentarsi); alla creazione degli animali, con un dialogo surreale in cui la gallina rimprovera aspramente Dio; all’arca di Noè, con la descrizione delle caratteristiche salienti degli animali, li petucchi li cchiu nnanti… stanu sempre in testa; alla “fecondazione assistita” di Sara; a Sodoma e Gomorra fino al Testamento. Il testo, sempre ironico dall’inizio alla fine, si chiude con una riflessione di Dio un po’ crudele, scoraggiato dalle vicende umane, al quale non rimane altro che rivolgersi al Figlio: ma ci me la fice fare… quanti guai m’ha datu l’ommu!... fijuma lu dice sempre: tata, famme scindu iu ca li conzu… ete ca su troppu bonu… e ogni vota li perdunu… li dau ancora pocu tiempu… ca poi li dau a fijuma cu scinda sulla terra, cu lli minta tutti an croce (ma chi mel’ha fatta fare… quanti guai mi ha dato l’uomo… mio figlio lo dice sempre: papà, fammi scendere che li sistemo io… e che sono troppo buono… e ogni volta li perdono… do loro ancora poco tempo… poi incaricherò mio figlio di scendere sulla terra, per metterli tutti in croce).