Giorgio Morale, Acasadidio

22-03-2009
Il richiamo della foresta, di Gabriella Fuschini

Il Presidente non si sa mai quando arriva, ma se c'è, si nota subito. Sta abbastanza in ufficio, ma in perenne movimento. Non fa nulla in particolare – fa il Presidente.
«In vita mia avrei potuto fare soltanto il Presidente» ha confessato a Teresa un giorno che era in vena di confidenze.
Arrivando saluta solo i capi. Poi telefona e intrallazza. A chi telefona? A chi è dalla sua parte, per farsi riferire come si comportano gli altri; o ai volontari, per raccogliere i "si dice"; oppure a persone di fiducia, a cui chiedere un quadro della situazione. Sui pareri degli eletti basa le sue decisioni. Altre telefonate sono per capire come rastrellare finanziamenti.
«Se presento una domanda in base a questa legge, da chi posso avere un appoggio? C'è uno dei nostri lì?» lo sentono dire al telefono.
Ogni tanto, per darsi un contegno, butta giù una sentenza:
«Lo stato è dappertutto. Lo stato è onnipotente.»
 Se sta facendo una telefonata e vuole che nessuno ascolti, chiude la porta. Se vuole emergere come l'unica mente al Centro, urla al cellulare su e giù per il corridoio, fingendo di spostarsi perché la linea è disturbata.
«Non ho campo, non ho campo» ripete.
In realtà è perché tutti sentano. Parlando fa un giro, saluta, apre una porta: tutti constatano che fa più cose insieme – e lo ammirano. Intanto lui controlla cosa fanno gli altri. Finito lo show, se c'è una faccia che nella perlustrazione l'ha ispirato, intavola una conversazione. Finché parla lui è in tensione, ma quando parla un altro comincia a distrarsi: dopo poco, se il discorso non lo interessa, pensa a qualcosa da fare, si agita, si muove, e intanto, è più forte di lui, passa a un'altra attività.
 Non c'è verso di farlo agire in modo aperto, pulito. Una volta Teresa gli ha chiesto se non era il caso di convocare una riunione.
«Per questo basto io» ha risposto. «Te lo vedi un Presidente a discutere coi dipendenti? Se hai qualcosa da dire, puoi dirla a me, provvederò io. Ma riunioni no. Sono perdite di tempo. Illusioni della democrazia.»