Il linguaggio dei ricordi, di Gabriella Tiralongo
Paulu Piulu è il titolo, tratto da una nota filastrocca avolese, del romanzo, edito da Manni, che segna l'esordio letterario di Giorgio Morale. E' un fresco racconto che parla al cuore con il linguaggio dei ricordi e che riporta nei luoghi dell'infanzia, impressi in maniera indelebile nella memoria dell'autore. E' la storia di Paolo, figlio di un bracciante che decide di andare a lavorare presso una fabbrica di mattoni e di una madre che fa dei lavori di cucito in casa per una sartoria. Sullo sfondo della Sicilia degli anni Cinquanta, con uno sguardo particolare rivolto ad Avola, poi gli anni Sessanta e il lavoro in Germania, infine l'abbandono e la solitudine che si trasformano, quasi attraverso una catarsi, in scoperta dell'amore, degli affetti e della morte. E' un romanzo di formazione che ha come tema fondante l'infanzia, l'età delle scoperte e delle avventure, che viene trasfusa fra le pagine con una ricchezza che riesce a rendere plasticamente la pregnanza delle sensazioni vissute. Quello dell'autore è quasi un trastullarsi fra i ricordi che affiorano dirompenti ora dal picchettio della pioggia che Paolo sente all'interno della propria casa, una lunga ed unica stanza annessa alla fabbrica, che sarà per diverso tempo l'abitazione del custode operaio, ora dal canto delle cicale, ritmo uniforme ed assordante che segna l'arrivo della vera estate. L'infanzia di Paolo è un racconto inventato localizzato in un luogo preciso in cui il senso del vissuto si trasforma e da elemento autobiografico si eleva in lirismo. Avola è presente nei profumi, nei rumori, nell'alternarsi delle stagioni, nei proverbi, perché le radici con la città di origine, in cui Morale è vissuto fino ai diciott'anni prima di trasferirsi a Milano.