Insegno Dante al serale, così sfido la burocrazia, di Giuseppe Tesorio
“Uno ha la mia età. Il giovane egiziano, invece, ha 36 anni, un figlio e la voglia di prendere presto una qualifica di operatore elettrotecnico. Come gli altri otto studenti della classe: una prima professionale”.
Il prof. Giorgio Morale insegna lettere, nei corsi serali dell’itis Giorgi, a duecento metri dalla stazione Romolo della metropolitana. A dieci dalla zona residenziale in costruzione tra la circonvallazione e i Navigli. L’idea è di quest’anno: offrire anche la qualifica professionale di tre anni, accanto ai corsi dell’istituto industriale e a quelli del liceo tecnologico. E al prof., questa sfida piace. “Mi piace sempre mettermi in discussione, contaminare esperienze”.
Ha scritto un bel libro, Paulu Piulu, storia di una generazione, la sua, e di radici familiari che non si tagliano mai. Profonde, nella terra siciliana di Avola, vicino a Siracusa. Classe 1954, il professor Morale “venuto su nel ’72, nella Grande Milano, con le maiuscole”. Anche i sogni erano in grande. “Come le proteste e i movimenti politici di quel tempo. Una laurea in filosofia e gli anni Ottanta tutti da inventare: sono stato caporedattore di alcuni periodici culturali, ricordo con affetto “La tribù” e la bella stagione del cineteatro Ducale, in piazza Napoli, con la Comuna Baires (ero a capo dell’ufficio stampa). E non potevano mancare le tournée con il gruppo teatrale, in Europa e in America Latina”. Giorgio Morale un prof. attore? “La classe è un palcoscenico, per questo mi piace insegnare”.
Domani sera, alla Biblioteca di via Tibaldi 41, alle 21, Morale presenterà il suo libro, che ripercorre l’infanzia, i giochi, le paure di crescere. Ad ascoltarlo ci saranno pure i suoi allievi, i ragazzi del serale. “Persone con problemi di vita e lavoro, ma in grado di rivivere Dante e Leopardi con una concretezza che spesso manca agli studenti più giovani”. Attore, scrittore, insegnante, non pesa la scuola di sera? “Niente affatto. Il peso è un altro: la burocrazia scolastica, una montagna di anno in anno sempre più grande”. E poi, di sera, il prof. Morale avrà qualche possibilità in più di incontrare la “piula” del titolo, l’uccello notturno che apparteneva alla sua terra e alla sua infanzia.