Collezionismo: dai battipanni ai clisteri, le raccolte più strane, di Gerardo Picardo
C’è chi dà la caccia alla pecora delle nevi e chi colleziona preservativi antichi. Chi mette in fila sulle pareti di casa i piatti del buon ricordo e chi invece raccoglie dagli alberghi migliaia di cartellini con la scritta “Non disturbare”. Senza dimenticare chi accumula battipanni e clisteri, chiodi e polene di vascelli o riempie il garage di lamette da barba. Se un avvocato tedesco, Manfred Klauda, ha raccolto 9.400 vasi da notte (i più antichi dei quali risalgono al XVI secolo), un altro appassionato, Lorenzo Pescini, possiede una collezione di 5.115 etichette di acqua minerale. Il record mondiale di collezioni di preservativi è detenuto dall'ottantenne Armatore Bolzoni di Carpenedolo, in provincia di Brescia: ne ha raccolti oltre 2.400, tra cui rari pezzi dell’800 in budello di pecora. Ma cosa spinge uomini e donne a battere mercatini macinando ogni giorno chilometri a piedi alla ricerca degli oggetti del desiderio, o a trascorrere notti insonni per comunicare via radio con sconosciuti? “In tempo di crisi ci si lega ad alcuni oggetti per avere più sicurezza. È una valvola di sfogo straordinaria. C’è il bisogno di costruirsi un proprio mondo, dove l'’unica legge che vale è la libertà personale”, spiega all’Adnkronos la giornalista Giulietta Rovera, autrice del libro Per hobby e per passione. Dai fanatici di Barbie ai ladri di manoscritti, dai cultori del sesso ai collezionisti di farfalle, appena edito da Manni (pp. 216, euro 18). Un vero e proprio viaggio gustoso nelle manie e gli svaghi di tutto il mondo. “Il consiglio è quello di avere un hobby anche nelle crisi depressive – sorride Rovera – perché se una persona ha il progetto di raccogliere tutti i tappi di bottiglia che ci sono sulla terra, ha un traguardo verso cui tendere, anche se non potrà raggiungerlo”. Il segreto è sentirsi padroni del proprio tempo, ma soprattutto “liberi, non perdendo pezzi del proprio mondo mentre tutto – fuori dalle finestre di casa – cambia in fretta”. ”Coltivare hobby – spiega ancora la scrittrice – è qualcosa che gratifica: posso fare una cosa, bene o male, ma non sono legato a un orario né a un superiore che mi rimprovera di aver sbagliato. Al limite, potrà protestare qualche moglie o la suocera di turno”, sorride Rovera.