Giuseppe Cassieri, La strada di ritorno

15-05-2005

Ma la vita vince. Nonostante tutto, di Gilberto Finzi


Tutto l'esemplare curriculum letterario di Giuseppe Cassieri porta a una considerazione: la sua narrativa è stata sempre precorritrice di situazioni in movimento, la sua saggistica e persino le sue recensioni sono ferme prese di posizione civili, scaturite da una inventiva intenzione letteraria e da una coscienza morale risentita che non rinuncia né alla complessità né alla lucida ironia. Cassieri può apparire un antiromantico, forse, ma è certo un uomo di ragione kantiana.
Ne La strada di ritorno il tema è la fine della vita, il suicidio come volontà di interrompere un'esistenza sempre più indesiderata e incomprensibile. Al protagonista, Nazario Giannutri, l'autore attribuisce una biografia d'invenzione, in cui però si intuiscono fatti ed elementi che riguardano lo scrittore. Ma è difficile, anzi inutile tentare di districare biografia da autobiografia, scindere storie che lo scrittore si è ripromesso di rimescolare e mistificare. Nazario rivive la vita che ora pensa di lasciare; episodi a volte tristi, a volte divertenti che servono a circostanziare una decisione difficilissima. Indimenticabile il ricordo dell'esecuzione della Creazione di Haydin con la cantante Nadia Ruiz che ha avuto e avrà un ruolo determinanrte nella storia di Nazario.
Il suicidio è una cosa seria: il protagonista si è rivolto alla "Free Exit", dove medici e psicologi esaminano ragioni e sragioni di coloro che vogliono abbandonare la vita. L'assistenza appassionata e partecipe di questi specialisti fa sì che alla fine siano ben pochi coloro che accettano di lasciare la vita: i più rientrano nelle cose e nella vicenda dell'esistenza. La strada di ritorno è dunque una esemplare testimonianza a favore di persone di alta statura morale, dedite alla "lotta per la vita". La vita, come appare chiaro dal titolo del libro, vince. Ma "il dolce afflato della morte" volontaria che sfiora queste pagine affascina e prende come un profumo o una musica, una sirena da esorcizzare con la cera di Odisseo.