Lo scomodo letto di Procuste, di Armando Adolgiso
Una delle caratteristiche di Giuseppe Neri è, sia nelle sue opere di narrativa sia in quelle documentaristiche, quella di rintracciare fili della memoria per riannodarne chiavi di lettura del presente.
Giornalista e scrittore, è stato direttore dei programmi culturali a Radiorai (…sì, ci crediate o no, una volta Radiorai produceva programmi culturali), finalista al Premio Viareggio per la poesia e vincitore del Premio Selezione “Piero Chiara”.
Ha scritto: L’uccello di Chagall (Bastogi, 1983), L’ultima dogana (Sansoni, 1990), Bolero (Marsilio, 1999), Il sole dell’avvenire (Manni, 2003).
Ora è in libreria – edito da Manni e Rai-Eri – Il letto di Procuste (sottotitolo: Interviste del secondo Novecento), venticinque interviste con protagonisti dello scenario culturale italiano del secolo breve. Ricordo che nel 1987, edito da Rusconi, già pubblicò un libro d’interviste a filosofi e scienziati, intitolato Verso il terzo millennio, libro di vaticinii che, come ogni vino buono, negli anni va acquistando valore e che ora, con Il letto di Procuste forma un dittico che testimonia su tendenze e contraddizioni, speranze e percorsi del pensiero contemporaneo.
E, se già oggi si propone d’estremo interesse questo scomodo letto su cui sono distesi gli intervistati, acquisterà pregi e importanza anche in futuro, destinandosi a impreziosirsi nel tempo per capire le linee di pensiero che hanno attraversato in Italia il secondo Novecento dalla letteratura alla sociologia, dal teatro alle arti visive, dal cinema ai nuovi media.
A Giuseppe Neri, di cui vanto un’antica amicizia sostanziata da ragionata stima per il suo lavoro intellettuale (ma ben prima di me se n’accorse Pannunzio invitandolo a collaborare al mitico “Il Mondo” quando, Peppino per gli amici, era giovanissimo), ho chiesto un flash per Cosmotaxi su questa sua più recente pubblicazione. Così mi ha risposto.
"Si tratta di venticinque ritratti critici in forma d’intervista ad altrettanti protagonisti della cultura italiana del secondo Novecento: questo, in sintesi, è Il letto di Procuste. Si comincia con Alberto Arbasino e si finisce con Federico Zeri, passando per Giovanni Arpino, Giorgio Bassani, Carmelo Bene, Carlo Bernari, Enzo Bettiza, Achille Bonito Oliva, Camilla Cederna, Piero Chiara, Natalia Ginzburg, Renato Guttuso, Raffaele La Capria, Carlo Levi, Luigi Malerba, Giacomo Manzù, Dacia Maraini, Alberto Moravia, Nanni Moretti, Goffredo Parise, Edoardo Sanguineti, Giovanni Testori, Giulio Turcato, Paolo Volponi, e Cesare Zavattini. Sono interviste scomode, irriverenti, a volte persino polemiche. Perché? Perché sono convinto che solo attraverso un dialogo franco e aperto, si può cogliere il vero profilo di uno scrittore o di un artista. Devo solo aggiungere che avvicinai questi personaggi senza preconcetti, ma anche senza piaggeria, animato solo da spirito critico e dal desiderio di scoprire qualcosa in più rispetto alla vulgata della loro immagine."