“Come nasce una vita”, un libro sugli interrogativi più importanti, di Gigi Montonato
Ci sono libri che arrivano come frutti di stagione; stagioni, politiche e culturali, evidentemente. Come nasce una vita di Giuseppe Ponzi (Manni, 2004) nell’immediato risponde ad una domanda che di questi tempi sempre più inquieta e angoscia per l’imminente referendum sulla procreazione assistita. Già, come nasce una vita? E l’embrione è già vita o no? Una volta domande del genere evocavano situazioni gioiose, scontate; oggi pongono problemi seri, complessi, che sempre più incalzano il cittadino, l’individuo, la persona umana e lo invitano a prendere posizione su una questione che va bel oltre l’aspetto biologico.
Giuseppe Ponzi non ha dubbi sul momento in cui nasce una vita. “La meravigliosa avventura di una vita che nasce inizia quando la testa di uno spermatozoo penetra nell’ovulo materno e si dirige verso il nucleo con il quale si fonde”. La sua è una posizione scientifica, che non si discosta minimamente da quella di altri scienziati. “Dal punto di vista biologico non c’è in sostanza nessuna discontinuità dal concepimento alla nascita e oltre” ha recentemente ribadito il prof. Edoardo Boncinelli, il quale considera una “convenzione umana” qualsiasi “spartiacque” successivo alla fecondazione.
Ma Ponzi è un pediatra, lavora presso l’ospedale di Casarano e, quasi a ribadire il suo punto di vista professionale, tiene a precisare che lui si preoccupa di “una vita che nasce”. Col suo libro egli vuole ricordare, argomentando su basi scientifiche, che il bambino ha una vita psicofisica pre-natale e che essa va curata, seguita, accudita, amata esattamente come quando il bambino è già nato. Egli vuole dare alle mamme e ai papà consigli utili perché il bambino si sviluppi bene già nel grembo materno, non solo dal punto di vista fisico, perché il periodo che il bambino trascorre nell’utero è fondamentale per la formazione del suo carattere, della sua personalità. È fin dal suo essere un embrione che il bambino ha bisogno di serenità, di affetto, di avere un approccio felice col mondo esterno. “Non solo all’interno dell’utero il feto è capace di sentire, vedere e gustare –afferma Ponzi– ma anche, cosa molto importante, di avere delle sensazioni e, quindi, delle emozioni; sicuramente non come quelle degli adulti ma, non per questo, meno importanti”.
Nel corso della sua carriera professionale Ponzi si è trovato sicuramente di fronte a casi già compromessi, di bambini cioè ansiosi, inquieti, difficili, con problemi di relazione; a quel punto il pediatra può fare poco; molto avrebbe potuto fare l’ambiente famigliare, la mamma soprattutto. “È esperienza comune –scrive Ponzi– che uno stato di agitazione della madre, durante la gravidanza, determini spesso un aumento della motilità fetale ed, in alcuni casi, anche della frequenza cardiaca; segni questi di profondo disagio e grande preoccupazione”.
Il libro, che segue il formarsi del bambino, dal suo concepimento ai primi dialoghi dopo la nascita, si completa di alcuni capitoli di psicologia genitoriale, di una serie di appendici e di un glossario che ne fanno un manualetto di preziosa lettura e consultazione.