La crisi desnuda

18-10-2012

Di cosa parliamo quando parliamo di crisi?, di Luca Romano

La domanda che molte persone si fanno, forse quotidianamente, quando accendono la televisione o aprono un giornale, è questa: di che parliamo quando parliamo di crisi? L’analisi della situazione economica è spesso complessa e alcuni aspetti, dei vari processi finanziari, risultano difficili da comprendere. La crisi desnuda è un saggio di circa centonovanta pagine cucite una all’altra attraverso un filo che lega le varie fasi che hanno portato alla situazione attuale.
Passando spesso dall’esempio della Spagna e costituendolo come simbolo di un determinato tipo di rapporto tra economia e governo, questo testo è un faro che cerca di illuminare i retroscena della crisi che ricuciti con attenzione forniscono un quadro utile alla comprensione.
Ed è proprio sulla politica che si gioca, in La crisi desnuda, la partita principale. La crisi economica assume il suo aspetto finanziario solo ed esclusivamente a causa dell’incapacità politica, degli stati, di affrontare determinati aspetti sociali lasciati alla gestione dei grandi gruppi economici.
Pensato e scritto all’interno dell’Osservatorio Metropolitano di Madrid, questo testo affronta la situazione economica mondiale ed europea smontandola in tre parti essenziali: la prima sezione affronta i problemi legati alla genesi di questo crollo economico: dalla speculazione finanziaria al costo del lavoro e dalla spesa sociale alla gestione dei subprime, trasformando la produzione, in pochi anni, da un sistema basato sui profitti dell’industria, ad uno basato sulla finanza; la seconda sezione parla delle conseguenze che determinate scelte hanno prodotto sulla società attraverso la scomparsa progressiva della classe media e la perdita dei diritti sociali; la terza sezione racconta gli scenari futuri, legati ancora, indissolubilmente, alle scelte dei popoli più che a quelle politiche. La volontà dei cittadini potrà essere determinante per la costruzione di un nuovo sistema e questo è dimostrato anche a partire dalle rivoluzioni in Nord Africa alle manifestazioni in piazza nelle più importanti capitali europee e non solo.