Le stagioni dell'amore ed il casto erotismo narrati in versi da una poetessa salentina, di Assuntina Avvantaggiato
La copertina del libro di poesie di Lara Savoia, da Scorrano, è il "Vestito di notte" di Magritte. Il titolo "I miei giochi scomposti" intriga: il gioco è il regno del piacere e "i miei giochi" rimandano alla sfera privata e intima, al proibito. La poesia racconta l'amore grande, quello vissuto come l'unico che totalizza sensazioni e sentimenti e le promesse del titolo sono mantenute. Quella di Lara Savoia si rivela una penna felice scorre sul foglio bianco per raccontare l'esperienza più totalizzante che l'uomo incontra nella vita e succede una volta, qualche volta due o tre. Tutto il resto della vita si tenta un vano e continuo accomodamento rispetto alla luce che quell'esperienza ha ha gettato. Si vive all'ombra.
Il libro è diviso in quattro parti: La Secca (Autunno); Un Cerchio (Estate); Torna la luna (Primavera); e Il Sigaro della Luna (Inverno). Danno il senso della stagionalità dell'amore e del percorso obbligato come tutto ciò che riguarda l'umano. E' una poesia matura; nasce da emozioni e sensazioni ed è studiata per dare, e ci riesce, la grandezza del sentimento che racconta. Già la prima Canzone propone un linguaggio tondo, pieno, che prende e affascina. Un ritmo assoluto, nel senso che totalizza l'attenzione del lettore che deve tornare indietro per capire: che cosa dice l'autore? E' un linguagio teatrale che fa spettacolo di suoni e colori. Nasce una poesia visiva: "... un altro tramonto/ disteso come un fasci d'ali/ sula notte"; "Amore è nodo"; "Amore ha sciolto oggi la terra/ nelle sue note./ E' infinito, biondo grano,/ imbrunire". La parola è fisicità e celebra l'amore nella sua pienezza fisica ed emotiva. E' una poesia giovane e per giovani perché giovane è sempre l'amore. Sorprendente. "Miliardi di stelle,/ terre, collisioni, respiri/ occhi.../ i tuoi,/" (Milioni di anni). L'incontro come i miracolo dell'esistere. Capace di risvegliare emozioni forti. Si può toccare Dio: si entra in uno stato di grazia, che è la sfera del divino, dove l'impossibile accade. "Si può trascinare il buio/ come un manto di velluto/ e spodestare la notte?/" Nell'amore è il senso dell'esistere "... nello scorrere perfetto/ dei nostri corpi/ ricevetti il dono di capire/ perché ero al mondo". (Nessuno sarà più di me).
Amore è anche passione per la scrittura e necessità dell'autore. "Scrivere… / sei tu parola / che vivi /” (Scrivere). “Parola” è strumento di vita, ricerca di rivivere e fermare in eterno sulla pagina ciò che è per sempre. E’ ricerca di dare significato all’esistenza, è la vita in funzione dell’altro. (La fine, vita). “Scrivere” è una modalità di vivere l’amore. “Sei un segnalibro distratto / sul mio foglio bianco” (Segnalibro); il segnalibro ferma lo scorrere del tempo che è pagine di emozioni e specchio “Pensi quello che vedo”. Il silenzio dell’altro “schiaccia il petto / rendendomi muta” (Nel tuo silenzio). L’Estate (Un cerchio) è il tempo dell’amore fisico. E’ l’eros in un linguaggio altamente simbolico ed evocativo capace, spesso, di togliere il fiato e, a volta, di far arrossire. Non è mai volgare perché la sensualità è estasi nell’unione fisica di due anime che si cercano. (Sei). L’unione è il momento della consapevolezza in cui l’umano rompe gli argini dell’essere finito per sciogliersi nel divino, Dio o il demonio. (Aspetto). La materia come necessità “Non sei idea, ma sete e sudore” (Non sei idea) .
La morte è Polvere sei e polvere diventerai e la polvere è presa a simbolo della morte dell’amore. La sacralità dell’amore è celebrata anche nella sua fine “Su una sedia spoglia / terge lacrime vedovili / come Sacra Sindone di dolore”/. (La notte dona)