Le Identità giovanili raccontate nelle letterature del Novecento

17-05-2006

Ragazzi del Novecento, di Dino Levante

 Uno, nessuno, centomila: sono le diversità di identità, sono gli altri che ci permettono di essere noi. Nel dicembre del 2003, nell’Università di Lecce si tenne un convegno sul tema Le Identità giovanili raccontate nelle letterature del Novecento. Di quelle relazioni sono stati pubblicati gli Atti, con lo stesso titolo, a cura di Carlo Alberto Augieri.
Nelle pagine sono analizzati i personaggi giovanili più significativi, così come raccontati nei testi letterari del secolo appena trascorso. Sono atteggiamenti, caratteri, emozioni, percorsi di coscienza che aiutano a configurare la condizione giovanile, adolescenziale, calata nel periodo storico noto per la crisi dell’identità più in generale. Si passa dalla letteratura a cavallo tra Ottocento e Novecento sino agli estremi esempi della «gioventù bruciata». Il volume raccoglie gli interventi di Franco Brioschi, Antonio Prete, Romano Luperini, Mario Secchi, Carlo Alberto Augieri, Anna Maria Piglionica, Giovanna Scianatico, Franco Marengo, Giovanni Invitto, Giovanni Pugliesi, Mario Signore, Remo Ceserani, Augusto Ponzio, Marco Santoro, Marco Gaetani, Anna Dolfi, Giulio Ferroni, Alizia Romanovic, Fabio Vittorini, Patrizia Guida, Susan Petrilli, Luigi Lombardi Satriani, e le comunicazioni di Pamela Serafino, Eleonora Carriero e di Simona Cives.
Si parte con l’affrontare il romanzo di formazione, cioè proprio dal tramonto di un genere letterario novecentesco.
Si passa alle considerazioni sui turbamenti derivanti dallo stato d’innamoramento, alle citate identità del giovane fra Otto e Novecento attraverso la figura di ’Ntoni Remigio. Il mito dell’autoeducazione è il titolo di un altro saggio che si sofferma sulla linea forte generazionale nella cultura della crisi tra gli anni 1880-1915. Gli autori più vicini alle problematiche giovani e dell’identità sono tutti presenti: da Paul Morel a D.H. Lawrence, a Luigi Pirandello, Carlo Emilio Gadda, Pier Vittorio Tondelli, e poi Elsa Morante e il più vicino Pier Paolo Pasolini.
Di ognuno di essi vengono riproposti gli scritti che ravvivano le tematiche dell’identità giovanile, anche come metafora «aperta» della somiglianza «dissimigliante». La narrativa contemporanea analizza gli stessi «giovani» nella scrittura, e gli esempi sono dati dagli adolescenti che nel dopoguerra si sforzano di conquistare un rinnovamento della scrittura. È la gioventù, che si nasconde, che si maschera come fa nel teatro di Jean Paul Sartre, ma anche quella delle borgate romane raccontata da Pasolini, alla ricerca di un’identità senza tempo. Il lettore si raggirerà tra autenticità e diversità, tra i mille volti dell’età giovanile compreso il famoso «giovane Holden». Un’occasione per trovarsi e ritrovarsi negli scritti di un tempo e di un modo d’essere.