Leonardo Marini, Canto le donne e i cavalieri

20-10-2005

Mantova còlta, di Alberto Cappi


Rapido, semplice, elementare, nudo nel ritmo, preso e liberato tra chiamata e atto, il guizzo scritturale del noto poeta ci accompagna e consola: “invochiamo il nome / dolce del mattino, la speranza / dei giorni dovrà tornare”. Nato nel 1973, laureato in Lettere, Leonardo Marini lavora come sceneggiatore. Canto le donne e i cavalieri è la sua prima corposa pubblicazione per Manni Editore. Il romanzo, punkabbestia, di tanto si tratta, riporta al nostro tempo il simulacro dei cavalieri del famoso poema ariostesco e lo pone in scena in vesti moderne. Leggendo, ci lasciamo trasportare nel corso di un flusso di azioni strambe, dove l’inconsueto è presente accanto al difforme e al diverso.
Un mondo in viandanza fuor di mondo ci attende, ci ospita nel segno della generosa descrittività, dell’amabile ironia, della leggerezza compositiva; segno inteso non a riproporre l’antico, il classico, il convenzionale, ma ad esplorare nella vivezza del possibile che la frequenza dell’aggettivo ambienta e colora.
“Il giorno si aprì con un sole corruscante e robusto”.