I vinti della provincia italiana, di Gennaro Sangiuliano
Una microstoria dove domina la passione giovanile ma che poi finisce per essere una metafora del mondo circostante spesso percorso dall’indifferenza e nel quale si riflettono tutte le nostre debolezze. È il breve romanzo di Marisa Giuffré La processione, un racconto che si dipana dalla realtà tipica di un piccolo centro, dove spesso invidia, ipocrisia, il vociare basso e costante della gente condiziona e opprime. La trama cresce attorno ai due personaggi femminili, Mariana e Giulia, ragazze accomunate dalla giovinezza e dal sogno di amore ma separate da caratteri contrastanti. Sono rivali e la vicenda si amplia a Marcello e Nino, protagonisti maschili anche loro profondamente diversi l’uno dall’altro. Un maldestro aborto clandestino, provocato da una mammana napoletana, porta alla morte la giovane Mariana. La sua fine tragica getta nel baratro la madre, di nome Santa, che si vendica uccidendo la donna che ha praticato l’aborto. A disgelare la trama si giunge con un buon ritmo narrativo. Gli echi della letteratura di Giovanni Verga o quelli di Michele Prisco sono all’interno di queste pagine. Con una scrittura non lontana da quella verghiana del ciclo dei vinti che riprende a sua volta il modello dei Rougon-Macquart di Zola.