Quel frate ribelle che si oppose al Papa per difendere Cavour
Storia di un frate coraggioso, capace di opporsi alle gerarchie ecclesiastiche per dare i sacramenti in punto di morte ad un uomo scomunicato. Lui, il frate, si chiamava Giacomo da Poirino. L’uomo che ricevette i sacramenti Camillo Benso conte di Cavour, scomunicato da Pio IX per il suo impegno politico per l’Italia unita che lo portò in lotta di collisione col potere temporale del Papa.
A raccontare la vicenda nel romanzo storico Il confessore di Cavour è Lorenzo Greco, professore di Sociologia della comunicazione presso l’Accademia navale di Livorno. Che prende le mosse dalla relazione autografa scritta in propria difesa dal frate (allegata in appendice), in contraddittorio al procedimento del Santo Uffizio nei suoi confronti.
Del libro e della vicenda si parlerà oggi alle 9 nell’Aula Magna dell’Itis Galilei di Livorno dove la Fidapa ha organizzato, per celebrare il giorno della memoria un convegno dal titolo Fra Risorgimento e Resistenza: Fra’ Giacomo da Poirino e Don Roberto Angeli.
Per la cronaca, il frate francescano fu poi sospeso a divinis e cacciato dalla Parrocchia di Santa Maria degli Angeli a Torino. Era stato lo stesso professor Greco a ritrovare in un archivio toscano il documento autobiografico vergato da Giacomo da Poirino che rifiutò di certificare davanti al Papa una fantomatica ritrattazione di Cavour del suo operato contro il potere temporale della Chiesa, a riprova di un pentimento mai avvenuto.
Fra Giacomo era stato parroco nella chiesa vicino al palazzo di Cavour, e fu il conte stesso, cattolico seppure non praticante, a insistere fino ad ottenere la promessa che sarebbe stato assistito in punto di morte con i conforti religiosi. Il frate mantenne la promessa, confessò Cavour, lo assolse e gli impartì i sacramenti. Fu lo stesso Pio IX poi a convocare il frate. Dopo averlo aspramente redarguito, gli intimò inutilmente di testimoniare un’inesistente pentimento di Cavour nei confronti della chiesa di Roma, quindi lo affidò all’esame dell’Inquisizione. «Non voglio agire contro la coscienza, sarò vittima, andrò sul patibolo, ma dirò sempre che non posso» dirà Fra Poirino. Dopo la sospensione a divinis Fra Giacomo morirà povero e solo a 77 anni.