Lorenzo Trigiani, Solo posti in piedi

03-04-2005

L'intimo "io" nei versi di Trigiani, di Sara Marini


Alla ricerca di un qualcosa non ben definito, soavemente rinchiuso in brevi versi ricchi di musicalità. Sono le poesie di Lorenzo Trigiani, il poeta originario di Manfredonia che ha esordito nel 1994 con la raccolta di poesie intitolata Verme solitario. Anche Solo posti in piedi, il secondo libro di Trigiani, edito da Manni, è una silloge poetica, in cui sembrano confondersi atmosfere malinconiche e nostalgiche con toni ironici e leggeri, che prendono forza dalle tante raffinate rime che rallegrano i versi del poeta. Un ritmo veloce e musicale avvolge molteplici, enigmatici argomenti. Come sfondo una dolce, angelica «Lei», padrona indiscussa dei sogni dello scrittore, a volte lontana e fredda come un «amore scalzo» davanti ad «mare fermo». Confidenziale con un tenero «fratello», confessa di «amare una donna, sui terrazzi, fra le nuvole, dietro strade curve». Versi leggeri, freschi, leggeri come brezza d’estate, danno voce all’io più intimo del poeta, quell’io che, a volte, si perde, indignato in Ritratto (lascia stare, non mi chiamo più Lorenzo) e ritorna dolcissimo in Tutta qua, ad offrire la sua vita, tutto ciò che ha, alla donna amata.