Luca Canali, Solo un po' di follia

13-09-2008

Soluzioni per accontentarsi dopo una vita di sconfitte, di Giorgio De Rienzo

Luca Canali narra, con penna felice, due storie di uomini d’età che hanno avuto dal destino un’esistenza di sconfitte, da cui sanno però uscire intatti nella loro tenue vitalità. Pelle di teatrante racconta la vicenda di un attore mediocre che, consapevole della sua pochezza, è sempre stato fedele al proprio amore per il teatro. Ha interpretato in poche battute figure di passaggio sulla scena, calandosi perfettamente nei loro panni. Passa al cinema senza fortuna. Finisce per diventare segretario e amministratore di un teatro underground per giovani. Non è un gran che, ma riesce a essere galvanizzato dall’entusiasmo di quei giovani. Si accorge di non aver «mai vissuto» una vita «in proprio», ma interpretata. Sa tuttavia accontentarsi e tanto gli basta.
Nella Passeggiata, Canali mette in scena un ex bibliotecario, ora a riposo, che prima tenta di «assaporare le tenui gioie degli anziani», ma presto non trova stimolo a uscire dal letto al risveglio mattutino. Da qui nasce la decisione di fare una passeggiata al parco in cui cercare di riconciliarsi con il mondo attraverso la «capacità sensitiva» di piante e animali. Ma nel suo andare incontra anche gli uomini, con le loro miserie o presunzioni: gli appaiono «sagome umane schiacciate contro l’aria vetrificata». Ha un senso d’angoscia e il brivido di un sentore di morte da cui esce con un «sentimento, effimero ma profondo»: un «allegro cameratismo» per tutti quegli sconosciuti che consumano «il loro turno di vita contemporaneo» al suo.