Luca Canali, Solo un po' di follia

13-10-2008

Breve storia di un "non protagonista", di Rossano Astremo

Luca Canali, uomo di grande stile e cultura, ha affiancato nel corso della sua carriera, l’attività di studioso a quella di narratore. È in libreria ora il suo Solo un po’ di follia. Quaranta pagine nelle quali sono presenti due racconti che declinano il comune tema del tempo che passa. In Pelle di teatrante, un attore di teatro è vissuto interpretando ruoli minori all’interno di spettacoli di grandi Maestri (D’Annunzio, O’Neil, Pirandello). Per lui solo interpretazioni di maggiordomi, segretari di studio, cugini di passaggio. Un racconto che non solo parla del declino di un uomo che vede la sua esistenza esaurirsi, ma che è anche una riflessione sul mestiere dell’attore: “L’attore si finge invece un’altra persona, persona inventata da uno scrittore, e interpretata sotto la guida d’un regista con l’aggiunta del proprio estro personale, se l’attore stesso ne ha: un vero e proprio triplo o quadruplo salto mortale. Io non ne ero capace, mi limitavo a seguire le istruzioni, a studiare la parte, ad annullarmi nel personaggio, pur modesto che fosse…”. Leitmotiv tematico percorso anche in La passeggiata, il secondo racconto presente nel piccolo libro, in cui una passeggiata di un ex vice direttore di una biblioteca in pensione diviene occasione per riflettere sulla giovinezza perduta e su un amore consuntosi. Solo un po’ di follia è l’ennesima prova riuscita di uno scrittore di classe.