Senza grandi compromessi, di Antonio Fresa
Un medico e la sua professione; la sperimentazione di un farmaco e i tanti interessi economici; una carrellata di uomini e donne: vittime e carnefici; sfruttati e sfruttatori; un’indagine che lascia l’amaro in bocca. Un romanzo complesso che invita a riflettere sul “bene-essere” e su quello che riteniamo giusto.
Porgere al lettore una sintesi del romanzo di Lucio Zinni è impresa ardua e, forse, anche riduttiva. Racchiudere in poche righe le vicende che Frammenti di un’ora blu lascia scorrere per il lettore, servirebbe a colmare l’attesa e la curiosità, ma non restituirebbe la tensione immediatamente etica che la scrittura di Zinni porta con sé.
Giorgio Ciuniz è un medico che ha scelto una vita semplice e senza grandi compromessi.
La sua umanità e la sua capacità ad assorbire l’altrui dolore gli hanno consentito solidi legami, basati sul rispetto e sulla stima. Eppure, anche nella sua esistenza, si annidano lati oscuri e umane debolezze.
La sua esistenza scorre in una piccola cittadina italiana. Improvvise, giungono a turbare il quadro, le morti di alcune giovani immigrate e di Anna Lisa, un vecchio amore di Giorgio, riapparso di colpo nella sua vita.
Tra provette, analisi e dati complessi la storia di questo piccolo lembo di terra entra in relazione con luoghi lontani dell’Africa, immenso continente con guerre terribili e violenze inumane, in cui si è stato sperimentato un innovativo farmaco che dovrebbe salvare milioni di vite.
Cronaca locale e giganteschi interessi economici si fondono in una vicenda sempre più appassionante, mescolando le carte: “buoni” contro “cattivi”; ricercatori senza scrupoli e medici capaci di compassione; mercanti di armi e di corpi e organizzazioni di aiuto; gelidi professionisti del male e difensori dei deboli. Insomma, nel piccolo o nel grande della vicenda, ognuno è chiamato a dichiarare da che parte sta e verso quali orizzonti morali dirige la propria esistenza.
La conclusione è amara e dolce a un tempo e non la sveliamo per ovvi motivi.
Citazione 1
“Sa che molti colleghi universitari e anche ospedalieri non vi vedono di buon occhio a voi, medici di base. Dicono che prendete stipendi astronomici e che non lavorate. Io vi difendo sempre, invece.”
Ciuniz non aveva voglia di avventurarsi con Mannosi nei territori impervi dell’apologia della medicina generale in contrapposizione a quella universitaria, ospedaliera e specialistica. Se un giorno avesse avuto quella voglia, certo non avrebbe avuto quel dibattito con uno che paternalisticamente, quanto offensivamente, continuava a chiamarlo medico di base.
Una riflessione sul romanzo
Non molti anni addietro, per rappresentare la forza e il fascino di quelle teorie che legano caos e complessità, anche nella comunicazione più divulgativa, si era soliti fare riferimento ad una frase che suonava più o meno così: “un battito d’ali di una farfalla a Tokyo determina un esito catastrofico in Perù”.
Quelle teorie, legate a un mondo che si dichiara sempre più globalizzato e interconnesso, mi sembrano produrre nel romanzo di Zinni un monito forte e importante.
In una realtà rappresentata con le caratteristiche fin qui esposte, si può essere indotti al rifiuto di ogni responsabilità e di ogni possibilità d’intervento. Non a caso, fra i tanti moniti impliciti, nell’abusata parola crisi, scelta a designare la nostra epoca di passaggio, c’è il continuo riferimento a poteri lontani e sovrastanti effetti economici che creano le premesse per un senso d’impotenza del singolo, spingendolo, in molti casi, fino a una comoda e giustificativa indifferenza morale nei confronti degli altri uomini, dell’ambiente e così via.
Un esempio fra tutti, data l’impellenza della vicenda dei migranti, può essere costituito dall’atteggiamento di quelli che vedono nell’altro e nello straniero, “l’arma” di una sorta di congiura ai danni dell’Europa o delle tante piccole patrie in cui ci si chiude. Non siamo in presenza, dunque, di un altro essere umano, ma di un “sottoprodotto” di una dinamica politica, economica e sociale che non possiamo dominare e da cui ci si sente dominati.
La vicenda che Zinni ci racconta, costringe a questo tipo di analisi e di riflessione, richiamandoci alla responsabilità di ogni singolo individuo. La complessità degli eventi, lungi dal poter essere invocata come giustificazione, costringe a una responsabilità seria e serena verso la propria esistenza e verso le vite altrui.
Non solo sono esemplari le sue riflessioni sulla medicina e la sua funzione sociale, ma segnalerei qui le pagine dedicate allo sfruttamento sessuale e non che tante ragazze disperate subiscono nella civilissima Italia.
Citazione 2
Tutto era andato come previsto. Ancora una volta Aida si era dimostrata provvidenziale. Claudine, diffidente, aveva avuto un colloquio riservato con lei già la sera precedente, ancora a casa della maestra Lavorini, prima che arrivassero gli altri per la lezione. Il colloquio fra le due donne era durato una mezz’ora, eppure Claudine era trasformata, folgorata da Aida. Aveva un’altra luce nello sguardo e un atteggiamento ben diverso da chi non aspetta altro che il colpo di grazia come era stato fino a quel momento.
Una (seconda) riflessione
A questa scelta di narrare una vicenda forte e complessa, Zinni paga, di tanto in tanto, dazio, sul piano della scorrevolezza e della fluidità della pagina.
Alcuni dialoghi e alcune riflessioni sono, ad esempio, davvero complessi nella loro lunghezza e nella loro volontà di esplorare il senso dell’agire dei personaggi, quasi conducendo il lettore per mano.
Quando, invece, il racconto e la didascalia s’incontrano e si compongono, emergono alcune delle pagine più belle del romanzo, capaci di cogliere le diverse “visioni del mondo” che determinano la realtà.
In questi passaggi, con pochi tocchi sapienti e con consapevoli scelte linguistiche, Zinni ci restituisce con forza il valore dell’agire morale di ogni singola persona: nessuno può dichiararsi innocente, ma non tutti sono colpevoli, o almeno non lo sono allo stesso modo e allo stesso livello. Tutti i protagonisti di questo denso romanzo sono chiamati a fare i conti con la propria storia e con le storie che il destino li porta a incrociare: ognuno sarà chiamato a decidere se aiutare a vivere anche gli altri o condannarli a morte con la propria violenza o con la propria subdola indifferenza.
Citazione 3
Nel corso degli anni, con la sua esperienza, Giorgio Ciuniz, aveva verificato che quell’ora esiste, ed è un’ora alla quale si era affezionato. L’aveva cercata in molte notti. L’aveva trovata in molte albe: tante, eppure troppo poche per una vita intera.
L’ora blu contiene la paura del distacco dalla notte, calda, avvolgente, dove tutto è uguale a tutto, verso il nitore del giorno durante il quale tutte le nostre angosce avranno di nuovo spigoli contro i quali andare a sbattere.