Dai figli ai padri di generazione in generazione, di Davide Brullo
Che cosa c'è di più semplice ma anche di più arcano, di più speciale ma anche di più difficile che il rapporto con i genitori? I genitori, beninteso, considerati come la memoria della stirpe cui si appartiene, come i primordiali complici e i primordiali nemici. La lirica di Sorrentino parte decisamente da qui, da questo assunto potente che fa il paio a quello altrettanto evidente per le sue singolari ragioni biografiche del mare. C'è una poesia assai precisa (e peraltro esemplare di una maniera di condurre il dettato poetico scarna ma piena di continui riverberi, smarrimenti) dedicata al grande (e forse nume tutelare) Milo De Angelis che dice: "hai maturato l'azzurro/a pochi centimetri dal mare/come conchiglia/colpita viva//l'anima si è staccata//abbracciando una distruzione /nell'altro..."