Luigia Sorrentino, C'è un padre

01-09-2004

Letture, di Francesco Muzzioli


[...] Chi governa il linguaggio? Nella poesia della Sorrentino questa domanda capitale si dirama nel confronto e nella assunzione di tutte le diverse figure del discorso. Innanzitutto c'è l'Io, che porta in campo tutta la storia personale e i rapporti familiari. Ma, accanto, c'è il Tu, che rappresenta il dialogio e l'apertura verso l'esterno. E c'è, però, poi, anche il Noi, a rappresentare la collettività, sia pur piccola. E c'è il modo impersonale, in cui troviamo riflessa l'identità anonima e cioè l'inconscio sociale. E c'è addirittura il Tutti, che, infine, porta avanti la voce dell'Utopia. Queste figure si trovano articolate in una dialettica sempre irrisolta e irrisolvibile. Il libro ha una sorta di struttura reticolare, quasi di tessuto, nel suo essere costituito di tanti testi che si richiamano l'un l'altro, soprattutto attraverso il ritorno di alcune parole chiave, evidenziate da questa "ripetiziopne a distanza" e che si trasformano, pian piano, in parole-simbolo.