Vacanze in Salento, di Azzurra Scattarella
Ennesimo servizio al tg che rivela la grande novità di quest’estate: la stragrande maggioranza degli italiani ha scelto il MARE per le sue ferie, ma guarda un po’ te…!
Impossibile non pensare a tutti i mari belli in cui mi sono bagnata in giro per la nostra penisola, ma soprattutto ripenso a uno il cui scenario ricalca e forse supera le fantasie delle più esotiche isole hawaiane, ripresentandosi come un paradiso su terra, anzi su punta del tacco italiano: il mare del Salento. Impossibile dimenticarlo e impossibile non vagheggiarlo!
E in quella terra meravigliosa e adesso assaltata dai villeggiatori, torna utile questo simpatico libretto pubblicato da Manni: Mai pe iabbu, un dizionarietto di vocaboli e espressioni intraducibili della lingua salentina. Perché chiunque sia stato in loco o abbia avuto amici salentini non può non riconoscere la particolarità di questa lingua, mescolata al griko, il suo accento cantilenante e sospirato, per certi versi simile al siciliano, ricco di locuzioni e parole stupefacenti per la loro innata creatività e resistenza al tempo. Che come si legge nella breve prefazione al libro, Mai pe iabbu nasce con il timido intento di far da memoria storica, un tentativo pacifico di lotta contro quella tendenza della sfrenata globalizzazione ad appiattire le differenze culturali riducendole a un formato predefinito, identico e artificioso.
Invece, la bellezza dei luoghi consta anche – o soprattutto – della bellezza delle sue tradizioni e culture diverse e tipiche; e cosa c’è di più tipico di una lingua e delle sue espressioni idiomatiche?
Le perle linguistiche proposte spaziano dai termini di tutti i giorni (osce, picciusu, lippu, sciuncu, ad esempio) a verbi ed espressioni ancor più tipiche e locali, che spiegano un modo di vivere e di essere. Qualche esempio:
menamé : espressione traducibile con “sbrigati” o con il “dai” lombardo
nu tte sia pe cumandu: lett. “non ti sia per ordine”: locuzione che trovo interessantissima, perché in realtà si sta chiedendo a qualcuno di far qualcosa ma in modo così elegante e gentile che sarà impossibile rifiutare;
sciacuddhruzzi: e qui cari miei, altro che elfi e nani celtici! questa parola segnala che anche giù al Sud il mondo era popolato da magia e da folletti. Come lo sciacuddhruzzi appunto, un folletto dispettoso che che arriva nel cuor della notte a farti degli scherzetti, cantato anche da Domenico Modugno nella canzone Lu scazzamurrieddru
Al termine di questa simpatica e gradevole lettura – il cui unico grosso neo è una veste grafica fin troppo dimessa e lineare, forse per rispettare i “canoni” dei dizionari, forse per accentuare il contrasto con il suo roboante contenuto – non ho imparato il salentino, ma ho intuito qualcosa di più su questa terra così ricca, da ogni punto di vista. (E chissà, fazza Diu che non ci torni ancora, magari presto…!)
Se queste parole vi hanno spinto a prenotare vacanze super last minute per un mega tuffo nel mare salentino, forse è il caso di dare un’occhiata ai luoghi, per arrivare nei posti più interessanti che questa lontana provincia offre!