Versi sulle ali di un volo di migratori, portati in cielo durante la primavera a svernare. Si intitola Serenangelo la nuova raccolta di poesie del salentino Marcello Buttazzo che si ripropone ai suoi lettori nell’esplosione di sentimenti e passionalità, tra eros e carne.
«Parole delicate come fili d’erba – annota Vito Antonio Conte nella prefazione – e come fili d’erba sapientemente mossi dalla poiesis di Marcello Buttazzo, dal suo creare l’eterna arte come un viaggio alla ricerca del mistero del vivere».
Sono 80 i componimenti elaborati dall’autore nato a Lequile, tutti da percorrere respirando lentamente, dalle soglie della primavera nella quale «Lecce / è una fanciulla d’amore e sangue / e di sonagli d’oro» sino alle onde dei mari che lambiscono il Salento, ma che appartengono all’universo, come «sussulti d’estasi / su lidi sprizzati / d’amore».
E poi la ricerca del volto amato in una «Notte / di stelle assorte», scavando nelle brume del cuore dove, scrive, «Un crepuscolo a picco / mi secca la gola».
A differenza delle altre raccolte (otto, l’ultima, del 2009 è Per strada), sottolinea ancora Conte, «qui c’è una storia (che potrebbe anche essere inverosimile, ma non lo è), più forte dei versi, che i versi faticano a contenere e a narrare».
«Fanciulla / di favola / e ambrosia divina, / squasso del tempo / giunco del vento». Sì, qui il verso diventa mezzo per fermare l’esplosione della sensualità, per immortalare un momento già dotato di sua potenza.