Marco Pivato, A poca voce

07-02-2010
A poca voce ma poetica, di Ivo Gigli

Un piacere, e la sorpresa correlata perché questi fiori sono sempre rari nel vasto prato della poesia contemporanea. Sono versi sofferti e goduti insieme, l’eterno evento amoroso; nelle sue poesie Marco Pivato non si trascina dietro l’elegiaco querulo, né la sublimazione della passione indossa la tunica delle trasparenze usuali; qui i traslati sono carnosi, terrestri ma leggeri, hanno commercio lessicale con la biologia e la chimica, ma cantano; a volte, per le immagini intuite, incantano: «le nostre confessioni, invece, / tiravano tardi a germogliare / le sillabe di marzo».

Un poemetto di quattro parti, le stagioni (già l’impronta è naturalistica) e tutta l’opera odora d’erba, di vento, di sangue, di particelle elementari e d’amore: un travaso, una osmosi allegorica che lungi da gravare il discorso lo fa nuovo e giovane. Scrive Sergio Zavoli nell’introduzione: “Perché questi elementi dovrebbero essere meno evocativi di un fiore, di una lucciola, di una passione?”. «L’amore è un torrente di dopamina che assuefa il petto: / appena che anticorpi di solitudine divorano quella febbre / tutto tace ancora come l’inizio dell’inverno». Una storia ritmata dalle stagioni – meglio la breve stagione di un amore, improvviso come il vento a primavera, un lampo di vita; sono attimi, attese e sensazioni umorali e tenere dove i corpi vivono una tattilità le cui immagini sono metamorfosi visive e del senso, altro mondo di un mondo, al poesia. Anche se la matericità espressiva a volte pare eccedere, la matassa dei versi dipana sempre la sua grazia.
Il canto di A poca voce ha una fine sintonizzata con l’inverno, un’elegia che non perde il sapore di uno stile, di un equilibrio e di una affettività che percorre tutto il suo viaggio poetico: «Lasciami soltanto, se vuoi / lo spicchio di Luna / del tuo piccolo sorriso… che meritava sempre il perdono / quando mi tagliava con le falci / bianche e rotonde».
Pivato è nato nel 1980, vive a Rimini. Laureato in Chimica e tecnologie farmaceutiche è giornalista scientifico, collabora con quotidiani nazionali nel campo della scienza e della salute e con il Polo scientifico riminese dell’Università di Bologna.