Maria Consolo, In queste stanze

01-06-2006

Senza spiraglio di speranza, di Giuliano Ladolfi

«La morte dentro ogni stanza dove metto piede. / Quando ho scordato l’uscio incustodito?»: la raccolta della Consolo è tutta dominata da un senso di sfinimento, di disfacimento. La prima parte, Meditazioni, è modulata su situazioni desolanti: «La fontanella del cimitero non canta mai / di notte la sua canzone». La seconda, Di chi non c’è più, è dedicata al ricordo del padre, mentre la terza, eponima, esprime una riflessione sulla morte. È forte nella poetessa la componente intimistica e diaristica, che conferisce alla raccolta unità e sincerità. Lo stile stesso, sobrio ed essenziale, si rende parte di quest’atmosfera in cui neppure la religione può aprire uno spiraglio di speranza.