Venerdì 24 marzo, nell’ambito dell’attività dell’Unilit, è stata presentata, in Urbino, la poetessa Maria Grazia Maiorino, con interventi dei professori Sergio Pretelli, Gastone Mosci dell’Università Carlo Bo, e della poetessa Germana Duca Ruggeri. L’approfondimento critico della più recente opera pubblicata nel 2005 presso la casa editrice Manni dal titolo Di marmo e d’aria, è stato effettuato dalla professoressa Laura Ercolani, che, dopo la lettura di alcune poesie da parte dell’autrice, si è soffermata, con interessanti spunti interpretativi, in particolare su alcune poesie di rilevante importanza, per una comprensione dell’intera opera. Della Maiorino, scrittrice e poetessa, è stata anche messa in luce la notevole attività di promotrice culturale, ma soprattutto i relatori si sono soffermati sulla sua opera, che ha ricevuto anche importanti premi letterari. Per tutti si cita il premio internazionale di poesia Eugenio Montale che l’ha vista vincitrice nel 1996. Interessante anche l’esperienza legata alla poesia haiku, della quale sono presenti alcuni esempi nel libro presentato. Di questa poetessa si ritiene di poter sottolineare, tenuto conto dell’infinita varietà degli aspetti che possono emergere, secondo la lettura che se ne fa, la musicalità, il senso di perdita delle persone care a cui consegue la ricerca delle cose amate, le immagini e gli oggetti che si susseguono densi di significati, la presenza della natura simboleggiata dall’elemento aria che si contrappone al marmo, identificabile, a sua volta, con una pietra tombale o con delle vene di minerale che scorrono nei fianchi dei monti come cascate o con qualsiasi presenza densa d’immutabilità. Poesia che è certamente d’amore, di forza e di pace, perché i guerrieri che pure sono presenti, non sono guerreggianti, non prevaricanti, ma sono forniti della vera energia che viene dall’esperienza, dallo scrivere per uscire in campo aperto, a sfidare la vita.