Marina Mizzau, Se mi cerchi non ci sono

05-06-2015

Un libro insolito dal titolo carveriano, di Cristina Zanotto

Se mi cerchi non ci sono è il libro di Marina Mizzau e non poteva capitarmi in mano in periodo migliore. Sono stata attratta dal titolo in modo quasi ipnotico e senza sapere di che cosa parlasse ho scelto di leggerlo, un po’ perché in quel “se mi cerchi non ci sono” e in quell’immagine sfocata sotto la pioggia vedevo l’atto istintivo che vorrei attuare ogni volta ma non lo faccio mai: lasciar perdere tutti e andare via.

Ma, veniamo al libro e lasciamo perdere i miei deliri prevacanzieri. Il protagonista è un defunto: Leonardo.

Nonostante la tematica trattata (la morte, l’assenza) il libro non è assolutamente “infelice”, anzi, è scritto in modo scorrevole, stilisticamente senza fronzoli e senza cadere nel patetico o nell’annichilimento del triste evento. La vicenda si svolge nell’arco di una giornata densa d’incontri, di racconti, di lettere e di cibo, momenti conviviali e intimi, alcuni davvero divertenti. L’inizio? Il funerale di Leonardo.

I trentaquattro piccoli capitoli snocciolano particolari sui personaggi che intessevano la sua vita, anche se a fatica si ricordano tutti i nomi perché sono davvero troppi. La voce narrante, che è quella di una giovane donna lasciata anonima, sembra apparentemente senza alcun legame familiare con Leonardo, ma nonostante questo la troviamo inglobata negli intrecci familiari fatti di mogli, ex mogli, sorelle, cugine, amici più o meno intimi, figlie e nipoti. È attraverso le sue parole che ci vengono raccontati i fatti, gli episodi e i personaggi.

A ciascuno di essi Leonardo ha lasciato delle lettere che prendono spazio nel libro, capitolo per capitolo. Il punto di vista si rovescia, c’è quello del defunto sui suoi cari più che di questi su di lui ed è curioso notare come ognuno dei personaggi custodisce un'”immagine” diversa sul protagonista, alcuni particolari, le piccole abitudini, assumono connotati diversi a seconda di chi le narra. Quanto cambia il ricordo che abbiamo di una persona quando questa non c’è più? E lei come ci vedeva con i suoi occhi? Quanto manteniamo di vero nella memoria? Quante cose alteriamo per accettarle o per ricordarcele e ri-viverle in modo diverso?

Un piccolo libro che dona un punto di vista insolito sulla morte, su chi lascia e chi rimane, e che tiene ancorati alla lettura per arrivare alla soluzione del rebus: chi è la voce narrante?