Nel territorio dei sogni, di Serena Mauro
Forse un giorno i loro occhi si racconteranno, e sarà come vedere le storie custodite dalla vita. Piccole storie di persone che aprono gli occhi al rumore del mare. Piccole storie custodite in un libro, sussurrate dal vento. Piccole storie, che parlano di sogni. “Ero un bambino quando mio padre mi raccontò di un posto chiamato il territorio dei sogni. Mi disse che avrei dovuto attraversarlo ma morì senza spiegarmi come arrivarci. Per molto tempo quelle parole rimasero nascoste da qualche parte dentro di me. Poi un giorno mi avventurai nella sua biblioteca alla ricerca di una piacevole lettura che mi aiutasse a tenere nascosta la noia. Lo sguardo andò da una parte sola; era il codice più antico, e pesante. Iniziai a sfogliarlo…”. Si trovano scatole, conchiglie, nuvole, aquiloni, nelle favole, per raccontare sogni che provengono da lontano, dalla parte più nascosta di ognuno di noi. Piccole storie per cullare il sonno dei bambini, o per farli risvegliare, quando sono addormentati dalla vita. Piccole storie che erano state cancellate dal fuoco, e che ora ritornano nel respiro del vento, nel battito dell’acqua. La dolcezza di parole pronunciate leggere, di favole odierne. La sensibilità dei colori e dei profumi, nelle piccole storie raccontate da Mauro Scarpa in Le metafole. Favole per parlare di favole, per ricordare l’importanza dei libri e dei sogni. Perché c’era una volta, in ognuno di noi, un sogno. E allora, forse, si può sognare di sognare ancora… perché “il territorio dei sogni era così vicino ai loro occhi da non riuscire a vederlo, o trovarlo”.