Mempo Giardinelli, Gente strana

09-06-2010
«I miei personaggi pazzi e strani», di Betty Paraboschi
  
Il mio amico Luis Delgado «che come me ha sempre voluto morire a tempo debito adesso sta aspettando che io lo uccida». Poi c’è Pilin, un ragazzo povero che si nutre di pane, latte ma soprattutto di storie, di racconti che le nonne, quelle degli altri compagni di sventure e miserie come lui, raccontano ogni giorno nella mensa chiamata “Piacenza solidaria”, che in italiano suona “Piacenza solidale”.
Di sé Mempo Giardinelli, scrittore argentino che nelle vene vanta anche antico sangue italiano, dice: «Sono un pazzo». Ma l’accezione di “pazzia”, nella storia dello scrittore, assume il significato di “coraggio”, di “tenacia”. Sono coraggiosi, tenaci, dunque “pazzi”, anche i protagonisti del suo ultimo libro intitolato Gente strana e presentato ieri pomeriggio in un incontro informale alla libreria Fahrenheit 451 di via Legnano: Luis Delgado, Pilin «sono personaggi che si trovano ad affrontare situazioni paradossali» ha spiegato Giardinelli, «la loro rarità e le loro stranezze sono il tratto distintivo di questi racconti che altrimenti non presenterebbero nessun filo conduttore tematico in comune: mi piace che sia il lettore a trovare la propria chiave di interpretazione della storia».
Ed in effetti questo corollario di vicende ben si presta all’obiettivo che lo scrittore intende raggiungere: al pubblico italiano Giardinelli è noto soprattutto come autore di romanzi, mentre Gente strana si configura come una raccolta di racconti. Un genere letterario che il narratore argentino apprezza particolarmente: «Nella stesura di un racconto lo scrittore è costretto a lavorare come un meccanismo a orologeria: è un genere letterario che esige precisione e regole» ha spiegato, «per utilizzare una metafora si potrebbe dire che il romanzo è un mare, mentre il racconto è un fiume». E nelle sue storie il fiume attraversa i miseri e sofferenti confini argentini, testimonia la marginalità di situazioni e persone, ma delinea anche un percorso di solidarietà che porta dritto a Piacenza: dal 2004 infatti in città è nata un’associazione, “Piacenza Solidale”, che annualmente raccoglie alcuni fondi per la “Fundación Mempo Giardinelli” fondata dallo scrittore prima con l’obiettivo di promuovere la lettura, poi con lo scopo di portare aiuto ai bambini del Chaco, la regione nord-orientale dell’Argentina. Proprio lì sono sorte cinque mense che quotidianamente offrono ai ragazzi un bicchiere di latte, un panino e un po’ di fantasia, grazie all’impegno di genitori, volontari e nonne che raccontano storie e fiabe: è cibo per il corpo e per la mente quello che viene distribuito ai bambini del Chaco in queste mense, una delle quali porta proprio il nome “Piacenza Solidale” ed è stata costruita anche grazie ai fondi inviati dall’omonima associazione.
Ma non è questo l’unico legame che unisce Mempo Giardinelli alla nostra città: l’altro, non meno importante, è rappresentato dal traduttore di Gente strana che di nome fa Arturo Zilli, vive a Bolzano ma è originario di Castelvetro. Proprio lui ha tradotto le storie che parlano di un’Argentina povera ma in cui «c’è ancora spazio per l’ottimismo perché il processo di ricostruzione pian piano si è messo in moto», come ha precisato Giardinelli che, commentando la sua esperienza di scrittore e creatore della Fondazione che da lui trae il nome, ha concluso: «Sono un pazzo, ma in certe cose non ci si pone domande: si fanno e basta».