Dalla finanza alle favole. Per amore, di Leda Cesari
Cosa c’entrano il mondo dell’alta finanza e quello delle fiabe? Molto poco, come vediamo tutti i giorni. A meno che il trait d’union tra i due non sia una donna, e per di più una mamma. Ovvero Nadia Linciano, 38 anni, economista salentina che vive a Roma, dove viene unanimamente considerata una delle cento donne più importanti della finanza italiana, appunto. Una che, per capirci, pubblica studi e analisi sui corsi e ricorsi della Borsa su riviste nazionali ed internazionali, e che partecipa alle conferenze più importanti del settore. Una che ha anche scritto un libro: ovvero Ghiro Spiro, Trippo Trappo e Orsetto Tigrotto all’opera. E non certo per investire bene il proprio denaro.
Ma per educare una bambina che, come tutti i bambini, è refrattaria alle regole. Non solo quelle della finanza: così è nato Ad ogni ora la sua poesiola… E se il tempo non vola due favole ancora, libro di filastrocche e favole per bambino edito da Manni. Un’idea nata in maniera del tutto casuale, spiega Nadia. Se così si può dire, nell’espletamento dei suoi doveri di giovane mamma: «Da tempo mi capitava di inventare personaggi di fantasia per educare mia figlia Caterina nei momenti difficili, tipo quando la bambina non voleva alzarsi per andare al nido e alla scuola materna, o staccarsi dalla tivù. Mi sembrava una forma di comunicazione idonea ad evitare imposizioni, che non pagano mai e creano contrasti e conflitti con i bambini: i personaggi che inventavo si trovavano infatti nelle situazioni di mia figlia, decidevano di non mangiare o non andare a dormire e poi scoprivano che alla fine era meglio seguire i consigli dei genitori». Con Caterina ha funzionato, «così alla fine, continuando a raccontare favole e ad inventare rime, mi sono detta che forse avrei potuto tentare di pubblicarle. E siccome sono salentina, anche se sto a Roma da tanti anni, ho scelto un editore leccese. Mi è sembrato un modo carino per riallacciare i miei legami con la mia terra –sono di Galatone– anche se vivo a Roma ormai da tanti anni, e torno a casa soltanto per le feste. Ho provato a rimanere nel Salento e ad inserirmi nel mondo del lavoro –racconta Nadia con una nota di amarezza– ma ho trovato non poche difficoltà, visto l’ambiente un po’ chiuso. Probabilmente mi toccherà rimanere a Roma per il resto dei miei giorni…».
Un’esperienza letteraria divertente ma al tempo stesso complessa, almeno quanto è complicato educare un bambino: «Tra parlare agli esperti di finanza e trattare con i bambini ritengo sicuramente più difficile comunicare con questi ultimi, perché con gli economisti il linguaggio è codificato, con i bambini no. Bisogna reinventarsi, come ho fatto io per capire cosa passava nel cervello di mia figlia».
Di qui le avventure di Ghiro Spiro e Orsetto Tigrotto, che se parlano ai bambini non restano indifferenti neppure agli adulti. Nel libro di Nadia, infatti, ci sono anche due fiabe per bambini un po’ più grandi: argomenti le difficoltà di comunicazione – “La fabbrica delle parole”– e il mito dell’eterna giovinezza, chimera dei nostri tempi: «L’idea di fondo è sempre la stessa: a fronte di certi fenomeni macro che incombono sulla nostra società, chiedersi che tipo di futuro potranno attendersi i nostri bambini».