Nevio Del Longo, Capriccio n. 24

01-03-2009
Cosa significa essere terapeuta, di Giuseppe Latilla

Nevio Del Longo è conosciuto per il suo lavoro come psicoterapeuta, psicologo, esperto nella Diagnostica Lüscher, diretto collaboratore del prof. Max Lüscher ed esperto in Gruppi Balint. Molti sono i suoi lavori di psicoterapia pubblicati in diverse Riviste nazionali ed internazionali. Tuttavia oggi non vogliamo riferirci al professor Del Longo, ma piuttosto allo scrittore. E’ infatti uscito recentemente il suo secondo romanzo Capriccio n.24 edito da Manni (2008). Si tratta in primis di un bel thriller di natura psicologica che si legge tutto d’un fiato e che si presenta come una bella metafora del processo terapeutico. In seconda battuta, non a caso viene dedicato ai suoi allievi, poiché vi è un forte richiamo psicoanalitico nella trama, nei personaggi ed in particolare nella figura centrale di David Carrey, psicoanalista che utilizza il suo sapere e le sue intuizioni per scoprire “l’altra parte” di un personaggio emblematico, Martin Coe, pittore volubile ed impulsivo, morto improvvisamente. La scoperta dell’altra parte di Martin, favorita dal lavoro anche inconsapevole dello psicoanalista, porta tutti obbligatoriamente a fare i conti con il proprio lato oscuro.   I tre personaggi principali, Martin, David e la ragazza violinista, Anne, ex fidanzata del pittore, si ritroveranno ben diversi da come apparivano all’inizio della storia, anche a se stessi.

Sebbene il racconto sia ambientato a Londra, il libro è di grande attualità qui da noi, nella riesamina delle qualità del terapeuta e della psicoterapia. Si può quindi considerare come una grande occasione per riflettere oggi su cosa significhi essere terapeuta, sulle insidie che il nostro lavoro può produrre, sulla facilità di certi automatismi, di certe difese narcisistiche messe in atto che, se non riconosciute a tempo, possono compromettere seriamente il nostro equilibrio ed il nostro lavoro.