Un giallo non convenzionale, di Mauretta Capuano
«Un giallo non convenzionale». Così Niccolò Vivarelli definisce il suo esordio letterario con Slalom in cui racconta l'effetto che ha avuto l’arrivo dell’eroina in Italia a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, entrando in un terreno poco battuto, quello delle comunità di recupero italiane. Il libro, che è anche un romanzo di formazione e generazionale, Con un tono leggero e ironico, la storia, ambientata a Firenze e dintorni negli anni ’90, vede il giovane protagonista Leandro Serotini alle prese con ostacoli sempre maggiori che cerca di non prendere di petto.
Giovane tossicodipendente in cura nella comunità terapeutica ‘Il Cantiere’, Leandro sospetta che nella struttura che lo accoglie sia avvenuto un omicidio che potrebbe ostacolare il suo percorso terapeutico. Vivarelli che è nato a Firenze da madre americana e padre italiano, vive da vent’anni a Roma e scrive di cinema per ‘Variety’, dove si firma Nick Vivarelli. L’idea di Slalom gli è venuta quando si occupava di cronaca e seguì nel 1994 il processo a Roberto Muccioli per l’omicidio avvenuto a San Patrignano di Roberto Maranzano.
«Il caso mi ha appassionato molto - racconta il giornalista -ma non sono riuscito a trovare un giornale che volesse un reportage investigativo su questa vicenda. Anni dopo, continuavo ad arrovellarmi su questa storia e, alla fine, ne ho tratto spunto per il romanzo nel quale, con totale licenza letteraria, ho mescolato molto le carte». ‘Pulito’ da otto mesi grazie al soggiorno nella comunità, Leandro durante la sua prima libera uscita a Firenze comincia a sospettare che l’omicidio di un suo compagno, di cui parla tutta la stampa presumendo fosse fuggito, è stato invece compiuto proprio al Cantiere.
E quel cadavere, ritrovato in un cassonetto, non sarà l’unico. Ma Leandro deve tornare in comunità e portare a compimento il suo programma terapeutico e tornare ad essere «padrone di sé». Ad aiutare Leandro sarà una giovane giornalista che indaga nel Cantiere.