Nomi e immagini del tempo di guerra, di Gerardo Trisolino
Il 10 giugno del ’40 Mussolini dichiarò guerra alla Gran Bretagna e alla Francia, trascinando l’Italia nella tragedia del secondo conflitto mondiale. Mai una parola d’ordine come “Vincere” fu tanto nefasta. Non solo l’Italia fascista perse su tutti i fronti, ma si rese corresponsabile di un immane bilancio di morte e distruzione. E in più causò la più feroce delle occupazioni straniere, rea delle più disumane atrocità della storia. Della roboante retorica del duce rimasero solo cumuli di macerie, insieme ai corpi di milioni di persone che, volenti o nolenti, furono contemporaneamente vittime e carnefici dei fulgidi destini della patria.
Sfogliando le pagine patinate di Novecento. Gli anni della guerra 1940-1945 (Manni, pp. 318, sip) scorrono sotto i nostri occhi volti e testimonianze, memorie e teatri di guerra, documenti di varia natura che privilegiano un aspetto su tutti: l’umanità. Perché questa è la prima peculiarità del volume: dare un nome e un volto a chi quella guerra l’ha combattuta al fronte o l’ha subita in casa.
La seconda caratteristica è il campo d’indagine locale: la provincia di Brindisi, in particolar modo Mesagne, proprio la città del generale Messe (per rimanere nel tema), comandante dell’Armir nella campagna di Russia.
Ecco come i ragazzi della scuola media “Aldo Moro” di questa città hanno scoperto l’indissolubile rapporto tra macrostoria e microstoria, tra la Storia generale e i suoi riflessi nei destini individuali e nelle pieghe familiari dei mesagnesi. Non c’è che dire: un approccio didattico eccellente e coinvolgente, che trasforma la storia in un’avventura umana senza fine e confine.
Il volume, di grande formato e di efficace impatto emozionale, è appunto frutto della ricerca degli alunni e dei docenti di questa scuola media di Mesagne, al loro quinto appuntamento con gli eventi del Novecento. Di anno in anno è stato intensificato lo studio dei vari aspetti del “secolo breve”, per dirla con Hobsbawm, dandoci spaccati di vita indimenticabili, che hanno segnato in profondità il secolo scorso: dall’emigrazione all’occupazione delle terre, dalle mode al Sessantotto, seguendo le sollecitazioni della ricerca storiografica delle “Annales” di Bloch e Febvre.
Dietro l’appassionante percorso dei giovani storici in erba c’è naturalmente la competente guida dei loro docenti e dei ricercatori dell’archivio di Stato di Brindisi, che hanno selezionato e messo a disposizione una quantità enorme di documenti: dagli atti ufficiali alle lettere private (davvero commoventi, sgrammaticate ma toccanti). Una mole ragguardevole di testimonianze, interviste, fotografie che consentono di uscire dalla freddezza delle pagine dei manuali di storia e di riscaldare l’apprendimento con il calore dei sentimenti e delle emozioni, delle paure e del terrore dei protagonisti in carne ed ossa. Una storia raccontata dal basso, dunque, dal punto di vista di chi quella maledetta guerra l’ha vissuta innanzitutto come uomo, prima che come soldato.
Il corposo volume è così strutturato. Agli interventi di Domenico Lomelo, Lucrezia Stellacci, Maria Luisa Sardelli, segue il saggio di Antonio Tamburrano, che ricostruisce rapidamente gli eventi più rilevanti dal ’40 al ’45. Seguono le tre parti del percorso: la guerra in casa, la guerra al fronte, la guerra nei lager e la lotta partigiana.
Se non possiamo citare i nomi di tutti gli alunni di terza media coinvolti nel progetto, ci sia consentito riportare almeno quelli dei docenti che li hanno scrupolosamente aiutati nell’immane lavoro di catalogazione e utilizzo delle fonti: Fiorenza Bianco, Rosa Caroli, Francesca Corchia, Antonietta De Masi, Maria Antonietta De Nitto, Daniela Di Nunzio, Rosalba Diviggiano, Giovanna Rosalba Falangone, Nicola Leone, Anna Murri, Antonio Poci, Maria Concetta Scalera, Oronza Vergine.