Paola Frandini, Giorgio Bassani e il fantasma di Ferrara

24-02-2005

Ferrara nel cuore, di Enzo Golino


Era troppo doloroso nominare Ferrara. L'aveva tenuta a distanza con trepida ansietà: prima taciuta, poi scrivendone appena la lettera iniziale, più tardi accolta nella pienezza del nome. L'autore de Il giardino dei Finzi Contini lasciò finalmente evocare all'ebreo che era in lui il segno verbale di quello spazio geografico radicato nel cuore. La "patria dentro le mura", offesa dal regime fascista con la persecuzione degli ebrei, è raccontata da Paola Frandini esplorando la biografia urbanistica insieme all'esistenza di Bassani, al carattere e ai costumi dei personaggi narrativi. Il punto di vista dello scrittore sul microcosmo ferrarese è ad altezza d'uomo. Privo di suggestioni monumentali, il suo sguardo alimenta una prosa che "somiglia ai tempi di una passeggiata". Incorniciati questi e altri eloquenti dettagli nel quadro dell'ethos ebraico, il saggio decifra con acume il problema espressivo di Bassani: "Far diventare la sofferenza forma". Come disse Stefan Zweig a proposito di Joseph Roth.