Una concreta complessità, di Francesco Sasso
Periodo per eccellenza dei contrasti della modernità, dei conflitti e degli eccessi prodotti dall’evoluzione economica e politica, il Sessantotto non ha mai smesso di raccontarsi.
Percorrere con lucidità gli anni in cui si manifesta in Italia un forte movimento degli studenti che, pur nella diversità dei “gruppi”, esprimevano rivendicazioni antiautoritarie e anticapitalistiche, anche sulla scorta del movimento operaio, collegato, per molte vie, alla rivolta di maggio degli studenti francesi, è operazione utile per comprendere la società italiana di oggi.
Il Sessantotto, le Avanguardie letterarie e le sue riviste, il Settantasette, il femminismo: sono questi i percorsi della ricerca, ovvero L’utopia concreta. Il Sessantotto tra passato e presente (Manni, 2009), come recita il titolo completo del saggio di Pasquale Voza, ordinario di Letteratura italiana presso l’Università di Bari. Lo studio è la ricostruzione accurata delle radici culturali e politiche del Sessantotto e del Settantasette, percorsi alla luce degli ultimi studi prodotti in Italia e all’estero, mettendo così ordine fra le varie letture che si sono accavallate negli ultimi anni sull’argomento. Tuttavia il saggio di Voza non è solo una ricostruzione storica, ma anche una interpretazione critica del fenomeno, giacché tiene conto della sua concreta complessità.