Italia 1753: nasce il romanzo, di Caterina Tripepi
Il primo romanzo italiano risale al 1753 e porta un titolo stravagante quanto pretenzioso: La filosofessa italiana. Ne è autore il bresciano Pietro Chiari, che arriva a Venezia negli anni ’50 con tutte le intenzioni di farsi notare sul palcoscenico della letteratura italiana. E di palcoscenici in un certo senso Chiari già ne sapeva qualcosa grazie agli anni di formazione presso la Compagnia del Gesù. L’approdo veneziano segna l’inizio di un’accesa competizione con Goldoni, ma Chiari ha un’intuizione geniale dalla sua e per qualche tempo supera il maestro lagunare con i successi della sua filosofessa.
Il genere del romanzo in Italia non ha ancora spopolato creandosi un suo pubblico, eppure in Francia, Germania, Inghilterra i romanzieri stanno raccogliendo i frutti dei loro scritti. E Chiari non perde l’occasione, lo contraddistingue un fiuto eccezionale per il mercato editoriale. Scrive un romanzo per il popolino e che parli del popolino. Il pubblico femminile è privilegiato, visto che la protagonista è proprio una donna. Il romanzo in realtà è un’autobiografia dettata al termine di un percorso che la porta dalla Francia all’Italia. Le sue avventure rocambolesche, le fughe, i travestimenti, gli scandali e le ricerche ne fanno un personaggio di una psicologia illuminata e di una femminilità ai limiti del consentito.