Renato Izzo, La donna del prete

27-02-2008
Un prete è sempre un uomo, di Nicola Vacca
 
 
La cultura laicista in questi giorni ha dato una pessima rappresentazione di sé. La negazione di qualsiasi forma di dialogo o confronto non favorisce la circolazione libera delle idee. Per fortuna che esiste una cultura laica degna di questo nome che ama interfacciarsi con il mondo cattolico per costruire e non per demolire.
Anche dalle parti del romanzo spesso giungono questi segnali confortanti.Va, in tal senso,segnalata l’uscita di un libro interessante che racconta la storia di un prete che non mette in discussione la sua vocazione. Ama Dio come nessun altro, ma è anche un uomo con le sue passioni e le sue emozioni che viene messo duramente alla prova dall’amore per una donna. Ne La donna del prete (Manni editori, pp.203, euro 16) Renato Izzo, con grande rispetto per il mondo cattolico,affronta l’argomento delicato e attuale del celibato raccontando intimamente la vicenda di un sacerdote che pone interrogativi ai suoi dubbi senza mai perdere la fede incrollabile nella missione cristiana a cui è stato chiamato.
Questo è un romanzo laico nel quale il suo autore indaga la personalità del protagonista con profondi strumenti psicologici.
I turbamenti e il cuore in subbuglio del giovane prete (che ricorda molto da vicino un protagonista di un famoso romanzo di Goffredo Parise) sono le leve principali attorno alle quali si muove la storia di un uomo di fede che si interroga sulle capacità immense dell’amore umano e cristiano.
La storia del prete e anche quella dell’uomo. Tra idealismo e teoretica egli si muove sempre chiedendo conto alla materialità delle cose che lo circondano e lo sovrastano. La fede lo pone davanti ai dilemmi dell’amore terreno:«L’uomo non è tutto angelo,come non è solo materia. Sottovalutare o addirittura mettere da parte questa evidenza, significa trasformare l’uomo in mostro. Con il celibato noi vogliamo fare dell’uomo- prete un puro angelo,e ne facciamo un ribelle,un misantropo, u isterico,un ossessionato».
L’amore è la più splendida rivelazione del Signore, pensa don Emanuele quando chiede a se stesso se sarà mai possibile per un prete amare allo stesso tempo Dio e una donna.
Di fronte all’interrogativo più importante della sua vita egli ha sempre accanto la fede che lo sostiene e lo illumina.