Come molti professori (da Umberto Eco ad Antonio ad Antonio Tabucchi, da Stefano Zecchi a Sergio Givone), anche Renzo Limone, ordinario di Letteratura latina medievale ed ex rettore dell’Ateneo salentino, deve aver pensato ad un certo momento che, oltre all’impegno di ricerca in un ambito specialistico, gli riusciva di esprimersi, forse anche più compiutamente, nel mondo della scrittura creativa.
Il segreto della miniatura rappresenta il suo esordio narrativo. Si tratta di un romanzo costruito come un thriller; un’autentica spy-story che poggia sull’intreccio tra un codice medievale che contiene un segreto difficile da decifrare e un intrigo internazionale di spionaggio industriale.
Uno stile narrativo e coinvolgente, basato prevalentemente su un impianto dialogico con rapide riflessioni critiche da parte del protagonista, caratterizza questo libro, che possiede il fascino di una storia agile e asciutta, ricca di sorprese e colpi di scena, ma il lettore riesce a scorgervi in filigrana una disincantata visione del mondo («Le convenzioni, più che le bugie, sono nemiche della verità» recita l’esergo nietzschiano al volume), rapidissime digressioni elegantemente dosate sulla cultura medievale e i suoi codici e, su uno sfondo melanconico su cui pesano le vicende autobiografiche dell’autore, una formidabile compensazione nell’amore per la bellezza femminile. La fitta e intricata trama delle vicende coinvolte rivela un solido polso narrativo e un robusto retroterra intellettuale sapientemente dissimulato, che giovano alla qualità del romanzo, il quale, da questo punto di vista, si distingue nettamente rispetto al panorama del romanzo spionistico più consueto e superficiale.
Protagonista del romanzo è Roberto, ricercatore del CNR entrato in conflitto con il suo ambiente di lavoro e recatosi a Parigi con l’intento di realizzare un catalogo sugli Incipit dei manoscritti latini del XIV secolo, depositati presso la biblioteca Ma zarine. In uno di questi, nascosto tra le foglie dell’albero della lettera maiuscola. A, Roberto nota dei segni incomprensibili, almeno a prima vista, e aggiunti successivamente al testo. Alle prese con il complesso enigma riguardante la miniatura, avviene l’incontro con una misteriosa donna, Lorraine, la prima di una serie di spie con le quali il protagonista intreccia storie avventurose. La ricerca della decifrazione del segreto della miniatura spinge il protagonista a rincorrere Lorraine fra Parigi, Praga e Bruxelles, in una girandola di situazioni che catturano l’attenzione del lettore, immergendolo in un universo fantastico in cui si mescolano spicchi di realtà umana e politico-industriale a proiezioni immaginarie ricche di pathos e di sensazionali esperienze. Un romanzo da leggere, che coinvolge dalla prima all’ultima pagina.