Dai vertici dell’ateneo salentino al primo romanzo, di Paola Moscardino
Un rettore che scrive libri è più che normale, un (ex) rettore che scrive un thriller, già siamo nell’ambito dell’inconsueto. Il segreto della miniatura è il romanzo d’esordio di Oronzo Limone, ma anche l’esordio manifesto di una seconda vita. Dopo vent’anni di mestiere accademico (è stato ordinario di Letteratura latina medievale, preside della Facoltà di Lingue, direttore del Dipartimento degli Studi del Salento per sei anni, ruolo da cui tre anni fa ha rassegnato le dimissioni perché coinvolto in una vicenda giudiziaria) ora pratica il mestiere dello scrivere. E la scrittura dev’essere stata in qualche modo terapeutica, se oggi dice: «l’amarezza per le vicende passate è totalmente cicatrizzata. Sono immerso nella nuova attività e lavoro già al secondo romanzo».
Il primo, che è stato presentato ieri sera a Lecce, in una delle sale della Biblioteca provinciale “Bernardini”, relatore il professore Carlo Alberto Augieri, (e che sarà presentato sabato prossimo a Cavallino, nella Sala consiliare, ore 18, relatore il professore Luigi Spedicato), è una storia di spionaggio industriale che ruota attorno alla decifrazione di un codice nascosto all’interno della miniatura di un manoscritto antico. Ci sono donne e morti misteriose, personaggi che non sono quello che vogliono far credere di essere, amori perduti, inseguiti, alla fine ritrovati. E c’è un protagonista, Roberto, esperto di manoscritti, uomo fragile descritto con tutte le sue debolezze, che si muove sullo sfondo di una colta e cupa Parigi.
La tecnica narrativa è agile, il linguaggio asciutto e veloce. Ed è inconsueto anche questo: i rettori, di norma, scrivono e parlano in “universitese”. Limone ha abbandonato il linguaggio da saggista delle sue precedenti pubblicazioni scientifiche: «Ho voluto mettere il lettore nelle condizioni di entrare immediatamente nella scena», dice. E ci riesce, spingendolo a voler conoscere il seguito della storia, secondo il più classico degli artifici del thriller. Alla base, un tema universale: la verità è relativa, è molteplice, e per questo è concetto assai sfuggente. Il protagonista la insegue per tutta la durata del romanzo. Ma poi, siamo sicuri che convenga cercarla sempre e a tutti i costi?